Se è una strategia di marketing, è piuttosto divertente e dimostra che oggigiorno per vendere qualche disco in più, in un momento in cui non li compra più nessuno, ci si inventa un po’ di tutto.
Il soggetto è Bob Dylan, mica uno che esce da “Amici” o “X Factor” o programmini televisivi analoghi. Cioè il più importante autore di canzoni rock della storia. L’oggetto è il suo nuovo disco, annunciato – attenzione: ancor non ufficialmente – in uscita alla fine di aprile.
La sua casa discografica infatti, la potentissima mjaor SonyBmg, ancora non si è espressa. Sta di fatto che da almeno un paio di settimane sono cominciate a circolare su Internet indiscrezioni varie. Chi le ha messe in giro? Tanto per dirne una: quando l’autore di questo articolo ha pubblicato sul suo piccolo e modestissimo blog una di queste indiscrezioni, si è visto ripreso e pubblicato addirittura sull’autorevole Corriere della sera.
Poi, qualche giorno fa, una delle massime firme del giornalismo rock mondiale, David Fricke, su una delle massime riviste musicali al mondo, l’americana Rolling Stone, ha scritto una vera e propria anteprima del disco. Chi glielo ha fatto ascoltare? A meno che Fricke sia compagno di merende di Bob Dylan – ne dubitiamo, conoscendo il carattere introverso e scontroso dell’autore di Like A Rolling Stone – e l’abbia ascoltato a casa sua, ovviamente glielo ha fatto ascoltare la SonyBmg.
Il giornalista si sbilancia a parlare di una serie di ballate dal contenuto “bluesy border town”, che ricordano l’atmosfera di quella parte degli States al confine con il Messico. Canzoni arricchite da una fisarmonica (quella di David Hidalgo, membro del grande gruppo chicano Los Lobos), blues desolati, ballad tra il folk e il country dei primi decenni del 900.
Tra gli altri titoli citati, My Wife’s Home Town, uno slow blues, It’s All Good, un pezzo rock, il pezzo da sala da ballo texana If You Ever Go To Houston e il valzer di This Dream Of You.
Sembra che Bob, l’anno scorso, contattato dal regista Olivier Dahan impegnato a lavorare al film “My Own Love Song”, storia di un musicista della Louisiana, abbia per lui scritto un paio di brani, nel film interpretati dall’attrice Renee Zellweger.
A questo punto Dylan ci avrebbe preso gusto: incurante della sua regola degli ultimi tempi che lo vedono pubblicare un disco nuovo ogni 5, 6 anni, si è messo a scriverne altre et voilà… ecco pronto un album del tutto nuovo a poco meno di due anni dal precedente, “Modern Times”.
Già: ma il titolo del disco, direte voi? Non si sa. Cioè. Tre giorni fa un sito di vendita cd norvegese – norvegese! – mette in pre-vendita un nuovo disco di Bob Dylan dal titolo “I Feel A Change Is Gonna Come”. Oddio! È vero che lo stesso Fricke tra i brani che aveva presentato aveva messo una canzone con questo titolo, ma nel mondo virtuale degli hard core fans dylaniani – gente tosta, credetemi – è scoppiato il putiferio. Non può essere, non è un titolo alla Bob Dylan, hanno commentato in molti. Non ha il suo usuale tocco poetico. Ma cos’è – ha chiesto qualcuno – un disco in sostegno a Barack Obama? Qualcuno ha detto a Bob che la campagna elettorale è finita da un pezzo? No, ha sagacemente commentato un altro, è un disco tributo a Sam Coke (che scrisse nel 1964 l’arcinota A Change Is Gonna Come, così nota che Obama ne ha fatto il proprio inno).
Giova poi ricordare che più di quarant’anni fa Bob Dylan intitolò il suo unico vero disco “politico” “The Times They Are A-Changin’”, i tempi stanno cambiando. Se “I Feel A Change Is Gonna Come” fosse confermato (o anche la sola canzone con questo titolo) verrebbe da chiedere all’ex folk singer: «Ma il cambiamento non era già arrivato quarant’anni fa?».
Morale: si aspetta da un momento al’altro la fumata bianca: il titolo del nuovo disco di Bob Dylan, adesso è ufficiale – insomma… dicono i soliti ben informati… – è un altro.
Intanto tutto il mondo sta parlando di questo disco a più di un mese dall’uscita e senza alcun comunicato ufficiale.
Disco che vede impegnati musicisti di vaglia come due membri degli Heartbreakers di Tom Petty e il già citato David Hildago più i membri dell’attuale touring band del cantautore. Che suonerà in Italia ad aprile: il 15 a Milano, il 17 a Roma e il 18 a Firenze. Chissà se allora sapremo come si chiama il nuovo album. Che, nonostante molti lo abbiano già definito un disco “politico” e che parla del desolante stato in cui si trovi l’America di oggi, secondo Fricke contiene canzoni d’amore. Mistero svelato, allora. Bob Dylan, dopo essersi reso conto quarant’anni fa che i tempi non stavano in realtà cambiando granché, si è messo da allora a cantare solo canzoni d’amore. Per la sua donna o per Dio. E lo ha fatto sempre in maniera meravigliosamente superba.