“Congiura” contro Justin Bieber? Secondo alcune fonti, i procuratori di Miami Beach avrebbero voluto inchiodare la pop star circa l’arresto per guida in stato d’ebbrezza e corse clandestine. Il caso avrebbe infatti grossi buchi: come riporta il sito americano TMZ, nonostante la polizia di Miami Beach avesse riferito che il cantante puzzasse d’alcol, il suo livello di alcol nel sangue era in realtà quasi impercettibile (0.014). Sembrerebbe venir meno anche l’accusa di corsa clandestina: facendo affidamento sulla lettura del Gps della Lamborghini sulla quale viaggiava prima di essere fermata, la sua velocità era di 27 miglia orarie, sotto il limite di 30 vigente in quel tratto di strada.
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A motivo di due cause penali aperte contro di lui, Justin Bieber è stato fermato al suo arrivo all’aeroporto del New Jersey. I doganieri lo hanno trattenuto per controlli durati diverse ore: si sospettava che a bordo del volo ci fosse marijuana in quanto si udiva un odore sospetto, ma poi non è stato trovato nulla. A seguito delle leggi speciali di sicurezza instaurate negli Stati Uniti dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, le forze di sicurezza americane hanno infatti ampi poteri di fermare e perquisire chiunque soprattutto quando si tratta di persone con denunce pendenti. Nel caso di Justin Bieber, il cantante è accusato di aggressione in Canada e poi di guida a velocità eccessiva in stato di ubriachezza in Florida. Dopo circa cinque ore il cantante è stato rilasciato ed ha potuto riprendere il suo viaggio destinazione la finale del SuperBowl dove sarà tra gli spettatori.
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