A Roma, le ‘stagioni’ musicali importanti non solo solamente quelle del Teatro dell’Opera e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. In una capitale che in materia musicale non ha nulla da invidiare a Berlino, Parigi e Londra, in questi giorno stati presentati i programmi 2014-2015 dell’Accademia Filarmonica Roma (di cui si avvicina il bicentenario) e della più giovane Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC). Vediamo i tratti salienti, ricordando che purtroppo ha dovuto sospendere le attività l’Orchestra Sinfonica Romana dopo undici anni in cui si è creata un pubblico fidelizzato; era l’unica sinfonica europea che ha operato senza alcun finanziamento pubblico, operando a prezzi popolari e dando spazio al repertorio italiano del Novecento. E’ diventata una delle vittime della crisi economica in atto.
Con un omaggio di Uto Ughi ad Adriana Panni instancabile animatrice della Filarmonica Romana per mezzo secolo, fra le protagoniste dell’organizzazione musicale italiana del secondo Novecento, si apre giovedì 23 ottobre al Teatro Olimpico la stagione n. 194 della Accademia. A ricordare la Panni, nell’anno in cui cade il ventennale della scomparsa, il violino di Uto Ughi, musicista che insieme ad altri artisti come Boulez, Cage, Stockhausen e Petrassi, ha avuto la fortuna di conoscerla, apprezzarne il talento e l’infallibile istinto. E ad un altro dei suoi grandi ‘amici’ musicali, Igor Stravinskij, fa riferimento l’ultimo concerto della stagione, giovedì 7 maggio (Teatro Olimpico), con Histoire du soldat. Cronache dalla Grande Guerra curato da Corrado Augias. Un’antologia delle opere scritte fra il 1914 e il ‘18, presentata in forma dialogata e intercalata a brevi ricostruzioni storiche, politiche e cronistiche lette e narrate dall’acuta intelligenza di Augias, si alternerà alla musica di Stravinskij (prima fra tutte alcune pagine dall’Histoire du soldat) affidata a Roma Sinfonietta diretta da Marcello Panni.
In programma fino al 17 maggio (a chiudere saranno i sempre sorprendenti Mummenschanz nell’ambito della quinta edizione del Festival Internazionale della Danza) la nuova stagione della Filarmonica Romana, firmata dal direttore artistico Matteo D’Amico, presenta oltre trenta appuntamenti fra musica, danza e teatro, con originali incontri, commistioni di genere e alcune novità, spaziando dal repertorio barocco alla musica dei nostri giorni fino al jazz con un omaggio alla Roman New Orleans Jazz Band e al rock dei Marlene Kuntz. La programmazione si svolgerà fra Teatro Olimpico, per il periodo autunnale e per gli spettacoli di danza, Teatro Argentina, nei mesi invernali, dedicati alla musica da camera, e Sala Casella, cuore pulsante della Filarmonica, che accoglierà Il cerchio della Musica un ciclo di appuntamenti in cui si potrà entrare in contatto con interpreti, compositori e artisti, impegnati a stringere con il pubblico un rapporto più intimo e diretto. Ai grandi solisti, ensemble internazionali e prestigiose compagnie di danza ospiti della stagione, si alterneranno anche i giovanissimi talenti, con i concerti dei vincitori delle borse di studio che la Società Umanitaria riserva alle eccellenze dei conservatori e istituti musicali internazionali.
Preziose anche per questa stagione le collaborazioni che la Filarmonica ha tessuto con i teatri, le associazioni e le accademie culturali della nostra città e non solo: Académie de France à Rome – Villa Medici, As.Li.Co. – Associazione Lirico Concertistica Italiana, Centre de musique baroque de Versailles, Compagnia Lombardi-Tiezzi, Forum Austriaco di Cultura, Nuova Consonanza, Società Umanitaria, Teatro Olimpico, Teatro di Roma.
Per quanto riguarda l’IUC (giunto alla sua settantesima stagione) saranno l’Orchestra di Santa Cecilia con Alexander Lonquich e Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, la stagione serale del martedì e quella pomeridiana del sabato, rispettivamente il 14 e il 18 ottobre.
Per farsi subito un’idea della varietà delle proposte basta considerare i due concerti inaugurali, entrambi all’insegna del repertorio classico, e quello conclusivo, che propone invece una serata tutta in dialetto napoletano, con la prima romana di “Vurria addeventare” di quel vero “animale da palcoscenico” che si chiama Peppe Barra, che qui mette insieme i brani più belli e significativi della musica e della poesia partenopea dal ‘600 ai giorni nostri, creando un affresco sonoro dal sapore antico e allo stesso tempo contemporaneo, tra musica e teatro. L’ IUC prosegue dunque la linea che la caratterizza dalla sua fondazione, ignorando gli steccati tra la musica classica e l’altra musica e praticando il crossover.
Il 28 marzo fa debuttare a Roma un musicista che frequenta ogni tipo di musica e fonde i vari generi, il mandolinista Avi Avital, che a trentasei anni ha già conquistato fans in tutto il mondo, ha suonato sia alla Carnegie Hall e alla Philharmonie di Berlino che alla Notte della Taranta ed è diventato il primo mandolinista a ricevere una candidatura ai Grammy nella sezione “instrumental soloists”. Ha riscattato il mandolino dall’angolo un po’ polveroso in cui era relegato ed ha entusiasmato i pubblici eterogenei, eseguendo musica barocca, klezmer e popolare balcanica.
Il suo debutto romano, sarebbe già un evento da non perdere, ma con lui debutta a Roma anche Gilad Harel, clarinettista avido di ogni genere di musica e attivo nella musica klezmer, world e pop. Non basta, assieme a loro suonano la Geneva Camerata e il pianista e direttore David Greilsammer, di cui tutti ricordiamo l’originale e stimolante recital solistico del suo debutto alla IUC nella scorsa stagione. Il programma spazia da Bach ai contemporanei – Arvo Pärt e due prime esecuzioni in Italia di Ben Amots e Jonathan Keren – al klezmer. Dai club più cool di New York giunge il clarinettista più creativo della scena internazionale, David Krakauer, che l’11 novembre suona per la prima volta in Italia insieme ad Ancestral Groove, la sua nuova band. Krakauer riassume così il suo personalissimo percorso alla scoperta di tanti modi diversi di fare musica: “In compagnia di tanti musicisti straordinari, ho attraversato il mondo del klezmer, del jazz d’avanguardia, del funk, dell’elettronica e della musica classica, alla ricerca delle radici della mia identità ebraica di matrice est europea: Ancestral Groove mette insieme tutte queste esperienze
Al connubio tra altre due arti, musica e cinema, la IUC dedica le giornate del 22 e 23 novembre, che vogliono ricordare due anniversari molto diversi: nel 1914 scoppiava la prima guerra mondiale e veniva anche girato il primo film in cui compare l’immortale Charlot.
Il ricordo della prima guerra mondiale torna il 26 gennaio, per la giornata della memoria, consacrata al ricordo di un altro orrore del secolo appena trascorso, la Shoah. Il pianista Antonio Ballista – ideatore di questo progetto intitolato “Musica sull’abisso: dalla Grande Guerra alla Shoah” – e il soprano Lorna Windsor eseguiranno musiche composte al fronte, in trincea e in campo di concentramento o anche solo ispirate a quell’immane tragedia, tra cui Souvenir d’une marche boche, rarissimo pezzo di Stravinskij del 1915, e prime esecuzioni italiane o romane di Georg Butterworth, Frederik Delius, André Caplet e Ilse Weber, poetessa e compositrice ebrea uccisa ad Auschwitz.
Un’emozione particolare è quella che si proverà il 29 novembre con lo Hilliard Ensemble, perchè questa è la lorotournée d’addio dopo quarant’anni di attività. Inevitabilmente ogni addio porta con sé un po’ di tristezza, ma sarà compensata dal piacere di sentire ancora una volta lo Hilliard in Bach e Pärt, gli autori che meglio riassumono il loro lungo percorso, sempre rivolto all’esplorazione di nuovi mondi musicali, spingendosi da una parte indietro nel tempo e dall’altra avanti nella contemporaneità. Compiono quarant’anni anche i Tallis Scholars, che il 16 dicembre presentano un superbo programma di musica rinascimentale, aperto da Després e Palestrina, due compositori tanto famosi quanto poco eseguiti: una vera assurdità, come se i musei tenessero ben nascosti nei depositi i Michelangelo e i Raffaello. Anche i Tallis Scholars riservano, accanto ai polifonisti del Cinquecento, un posto a Pärt, che è riuscito a far rivivere in chiave contemporanea la spiritualità dell’antica musica religiosa.
Questo sono solo assaggi del ricco programma sul sito IUC www.concertiiuc.it/