Mentre i bambini muoiono per cure fai date decise dai genitori, mentre infermiere sono sospettate di far finta di vaccinare i bambini, mentre decenni di studi scientifici vengono buttati nella spazzatura grazie a mode del momento, leggende metropolitane e al grido del facciamo ognuno quello che ci pare, c’è chi usa del palco per ineggiare al “vaccino libero”. Un po’ come con l’aborto però, questi liberisti all’ennesima potenza dimenticano sempre che c’è uno spettatore, anzi un protagonista perché è lui che ha bisogno di cure, a cui nessuno chiede il parere, basta che siano i genitori a decidere per lui: sono i bambini Il governo e i ministri invece sono cattivi cattivi perché fidandosi del buon andamento degli studi medici in questione di vaccini cercano di fare il meglio per chi non si può esprimere, appunto il bambino e – orrore orrore – hanno osato imporre dodici vaccini obbligatori.
Tra questi liberisti dell’assoluto si è schierata anche la nota cantatessa Carmen Consoli, peraltro usando una maniera garbata e per niente offensiva. Sul palco del festival MiAmi di Milano infatti l’altra sera tra un gorgheggio e l’altro se n’è uscita così: “Il problema dei nostri tempi è che chi ci governa ha capito che se ripete più volte una bugia, questa diventa realtà, e ci riesce attraverso il terrore e il senso di colpa”. A questo punto ha aggiunto la nota di classe, un invito a farsi ognuno i fatti propri: “Ma la coercizione non ha mai portato a niente, è arcinoto anche con i figli. Io mi auguro che rendano obbligatorio un bel vaccino, un bel vaccino contro le minchiate”.
Noi invece ci auguriamo un vaccino contro la sua voce che non ci è mai piaciuta per intente. Così per dire, tanto per aggiungere c…te a c… te (ha cominciato prima lei però).