Ron porta al Festival di Sanremo 2017 la canzone “L’ottava meraviglia“, un ritorno clamoroso in gara nella categoria “Big”: per lui infatti sarà la settima esperienza sul palco dell’Ariston, dove ha trionfano nel 1996. È passato tanto tempo dalla prima partecipazione del cantautore alla kermesse di Sanremo: aveva 16 anni e nessuno lo conosceva. Ora, invece, si presenta al Festival di Sanremo 2017 con una carriera importante alle spalle e con una canzone che è un inno alla speranza. Il pensiero di Ron è rivolto alle persone che soffrono, a loro dedica il brano che canterà all’Ariston: “L’ottava meraviglia” è quella persona che ci ascolta e capisce, che resta sempre al nostro fianco, soprattutto quando attraversiamo momenti difficili. La vita è diventata ancor più complessa negli ultimi anni, tutti hanno più problemi con i quali confrontarsi, e quindi avere una persona in grado di ascoltare il nostro dolore è molto importante per riuscire a superare le nostre sofferenze.
Un testo classico, che rispecchia lo stile di Ron: il cantautore non smarrisce la sua identità e descrive con il suo proverbiale romanticismo (a tratti malinconico) la vita, paragonata ad una candela che brucia. Nel suo scorrere, però, la vita lascia il proprio segno, che non possiamo scoprire prima: la vita è un romanzo di cui non si conosce il finale e la storia che scrive è seducente quanto una sirena.
Eccolo, l’amore che ci mantiene vivi tra sofferenze e gioie. Ron non lo cita, ma è presente nelle immagini che descrive: ci spinge a raggiungere la nostra metà anche in capo al mondo, nonostante gli ostacoli, la fretta e i disastri raccontati dalla radio. È, però, un amore maturo e che in quanto tale ci spinge a crescere.
La riflessione di Ron si sposta sui desideri che ci accompagnano nello scorrere del tempo e si concentra poi sul tempo stesso, che passa inesorabilmente e ci rende sempre meno giovani. Interessante la scelta con cui viene descritto questo naturale processo, in particolare la delicatezza nella scelta delle parole: non c’è alcun banale contrasto tra giovani e vecchi, si è invece più o meno giovani.
La canzone si riempie di sentimento e speranza con la definizione dell’ottava meraviglia del mondo: siamo noi che non ci facciamo distrarre dai pensieri e che restiamo uniti per percorrere insieme un percorso lungo e pieno di ostacoli. Io e te, contro la solitudine di un’epoca che ci ha fatto credere di essere interconnessi e che, invece, ci ha allontanati sempre di più. Restare insieme, nonostante tutto, non è facile, è l’ottava meraviglia del mondo.
Non conta il percorso, ma la persona con cui lo condividiamo. Non è importante capire quale strada dobbiamo seguire, ma avere qualcuno con cui seguirla: il sentiero va esplorato insieme senza lasciarsi distrarre dalle stelle; saranno loro a seguire incantate i due innamorati, non viceversa. Non conta allora il “dove”, ma il “chi”, un concetto che si sta perdendo con l’avanzare delle nuove tecnologie. Se siamo presi ad immortalare luoghi, rischiamo di smarrire l’importanza di chi abbiamo al nostro fianco.
Non conosciamo il nostro percorso, del resto è tutto da scoprire, ma proprio questo mistero che avvolge il nostro cammino ci incuriosisce. La strada da percorrere è lunga e spesso può farci cadere nella noia, quando questo accade c’è però qualcuno che ci fa rialzare con gioia. E quello che si vuole dire o fare passa in secondo piano quando ci si incrocia, quando si capisce di essere l’ottava meraviglia del mondo.
La canzone cresce lentamente come noi nella nostra vita: presi dai nostri pensieri, rischiamo di finire fuori strada, ma c’è un percorso da seguire. Non importa quale né come, ciò che conta è che venga seguito insieme. Può essere percorso con un treno o su un aereo, ma anche sognando.
Nella fase conclusiva del brano vengono ribaditi i concetti che lo caratterizzano: sempre presente quello della strada, ma anche la volontà di non voler intraprendere questo cammino da soli. La solitudine viene quindi, sconfitta da quel “noi” che cammina alla scoperta del mondo in una ricerca senza fine. (Silvana Palazzo)