Come in ogni fine estate vi proponiamo alcuni album usciti nel corso dell’anno che hanno colpito la nostra attenzione. Alcuni di essi sono di artisti emergenti, altri realizzati in crowdfunding, il comune denominatore è la qualità e la passione che li contraddistingue.
COME HELL OR HIGH WATER – Federica Gennai + Filippo Cosentino
Undici brani composti dai due protagonisti la cantante Federica Gennai e il chitarrista Filippo Cosentino, oltre a due standard (Footprints di Wayne Shorter e Avalanche di Leonard Cohen). Un cd intelligente, che si colloca nella interessante discografia di Cosentino, chitarrista dalle radici rock da alcuni anni affascinato dal jazz e dalla chitarra acustica e baritona. La sua svolta stilistica è stata premiata da concerti e riconoscimenti in tutta Europa ed in Asia.
Un album per palati fini dove la voce completa e nobilita i percorsi armonici di Cosentino, strumentista non ovvio e mai ammiccante. Un inseguirsi e ritrovarsi che riporta alla mente percorsi nobili ed entusiasmanti (Norma Winstone e Ralph Towner). Cosentino in questo nuovo album non disdegna l’uso dell’elettrica e di alcuni effetti, proprio per meglio supportare la voce di Federica Gennai, artista matura, che utilizza la sua voce in maniera personale, allontanandosi dai cliché tipici della gran parte delle cantanti jazz italiche. Un percorso che unisce sonorità e armonie tipiche del mediterraneo con influenze del jazz europeo.
Nell’iniziale Tramuntanedda (Cosentino) la voce viene utilizzata come strumento a rievocare climi del nostro sud. Con la successiva Loneliness (Gennai) con testi in inglese, la voce della Gennai evoca emozioni lontane riportando al folk inglese più nobile (Sandy Denny). La sperimentale No Solution Re Solution , effetti di elettrica, ritorni di eco, vocalizzi, colpisce ed intriga come un viaggio nell’anima. E’ questo probabilmente il brano in cui l’interplay fra i due artisti meglio si realizza. Lullaby in Blue (Cosentino), belle atmosfere in una sorta di viaggio introspettivo . Baritona mette in risalto l’amore del chitarrista per quel particolare strumento che è appunto la chitarra baritona. Amore per il blues e sonorità acustiche distillate al meglio. Non da meno gli altri brani, un album di gran livello, da ascoltare in concentrazione per arrivare a percepirne l’essenza. Per Cosentino un ulteriore conferma dopo i cd L’ASTRONAUTA e TRE baritone guitar, certi che la collaborazione con Federica Gennai porterà ancora copiosi frutti.
MO’ BETTER MOVIES – Bernardi, Cicconetti, Ostini trio
Un bel viaggio questo, nel mondo del cinema. Il trio Bernardi, Cicconetti, Ostini dopo CELLULOIDE, primo episodio dedicato alle grandi colonne sonore si ripropone con il nuovo MO’ BETTER MOVIES forti di un affiatamento e di una crescita musicale costante. Un lavoro questo realizzato con gusto e capacità strumentali. Il trio, composto da Paolo Bernardi (piano, piano elettrico e accordeon) Flavia Ostini al basso e Stefano Cicconetti alla batteria, avvalendosi in alcuni brani di Massimo Guerra (tromba e flicorno) e Davide Grottelli (sax e clarinetto) grazie ai riusciti arrangiamenti non fa rimpiangere le esecuzioni originali. L’impegnativo confronto con grandi compositori come Trovaioli (La Famiglia, Profumo di Donna), Gato Barbieri (Ultimo Tango a Parigi), Philip Glass (Escape), Morricone (Canone Inverso, La leggenda del Pianista dell’Oceano) viene superato brillantemente. Una formazione in crescita esponenziale con delle grandi capacità compositive, particolarmente apprezzati infatti i quattro pezzi originali Phenicusa e The New Chief (Cicconetti) e When You’re Dreamin’ e I Combattenti Piangono (Bernardi); l’invito è quello di riascoltarli presto con un album di composizioni originali.
CANZONI DA SOLO – Nicola Pisu
Dopo le esperienze nel Canzoniere del ‘900 insieme alla cantante e attrice Clara Murtas, Nicola Pisu fa il suo esordio nel 2008 con l’album ABACRASTA E DINTORNI nato dall’incontro con lo scrittore e premio Campiello Salvatore Niffoi che lo spinse a realizzare un concept tratto dalla sua opera. Nel 2010 partecipa allo spettacolo Angelicamente Anarchico con Don Andrea Gallo. Da segnalare anche la collaborazione con il cantautore genovese Max Manfredi. Negli album a seguire STORIE IN FORMA DI CANZONE (2013) , GIROTONDO (2014), rafforza il legame con il mondo letterario ed esplora l’emarginazione e quelle tematiche care alla canzone d’autore italiana e francese.
In CANZONI DA SOLO il cantautore sardo si mette a nudo accompagnato dalla sola chitarra, il tutto registrato in presa diretta dal vivo in studio. Undici i brani proposti . CD essenziale nel quale i testi vengono messi in risalto in canzoni come I Cantautori (vi riputate l’essenza/ la musica impegnata/ ma ostentate modestia/ noiosi di saccenza) o Pin Del Sentiero Dei Nidi Di Ragno liberamente tratto da Il sentiero dei nidi di Ragno di Italo Calvino (seguendo il sentiero dei nidi di ragno/trovi i partigiani della montagna/coi loro sogni giusti e sbagliati) e in Ti regalerei (ti regalerei il profumo dei campi/il sole prima che divampi/ti regalerei queste vecchie ali). Un momento di riflessione, quasi un distillato di anni di esperienze un guardarsi allo specchio che evidenzia le indubbie capacità testuali dell’artista. Album che segna un punto di svolta nella sua produzione.
A GUARDARE LA NOTTE – Lo Stretto Necessario
Cristiano Fattorini (Roma 1971) pianista, compositore con radici nel jazz ha dato vita al progetto Lo Stretto Necessario che riunisce validi musicisti della scena romana quali la cantante Raffaela Siniscalchi (già con Nicola Piovani), Giovanna Famulari (cello) Fabio Cricchia (chitarre), Luciano Orologi (fiati), Stefano Cesare (Contrabbasso)e Giovanni Lo Cascio (batteria), special guest il sax di Cristiana Polegri (De Gregori, Mario Biondi) e la voce di Simona Sciacca.
Il progetto nasce con l’intenzione di rendere omaggio alla canzone d’autore anche se in questo album, appena pubblicato, si mette in luce la vena di Cristiano Fattorini autore di musiche e testi. Presenti due classici Ritornerai (Bruno Lauzi) e Non è l’amore che va via (Capossela). Fra i brani che più ci hanno colpito Aria, Sulla Strada, Sui Fianchi di Fragola, E’una Stagione Arida.
Liriche non scontate, ben interpretate dalla Siniscalchi, sorrette da un tessuto musicale acustico e di gran gusto, dove il piano di Fattorini fa da elemento catalizzatore. Arrangiamenti raffinati, echi di musica brasiliana (Dori Caymmi); alcune parti ci hanno ricordatoi primi album della cantante e pianista Akiko Yano quando interagiva con ritmiche stellari (Charlie Haden e Peter Erskine). Un album realizzato con l’amore degli ebanisti di valore. Una bella sorpresa, raccomandato a chi ama la canzone italiana.
FIORE – Simone Presutti
Il cantautore veliterno, dopo l’esperienza di Rasali prosegue il suo percorso con tredici brani di sua composizione apertura con Fiore, nel quale l’uso del romanesco riporta a certa canzone popolare di protesta. Fra i brani più riusciti Filastrocca, ammantato di malinconia, eseguito dalla sola chitarra e dalla viola di Chiara Ludovisi, Zio Bob, Sbodeco dagli interessanti arrangiamenti e il riuscito uso delle voci e le conclusive Quanto tempo vuoi che sia e Africa. Un artista interessante, specie quando sceglie la dimensione intimista rispetto alla canzone più marcatamente di protesta.
SONGS OF YESTERDAY,TODAYAND TOMORROW – Antonio Apuzzo Strike!
Il sassofonista Antonio Apuzzo è uno dei jazzisti più attivi della scena romana che da sempre ha scelto un percorso rigoroso e di ricerca. Didatta, autore di un interessante volume sui Gentle Giant scritto con Luigi Onori, con questo nuovo lavoro propone sue composizioni oltre a pezzi di Ornette Coleman ( Sadness-Long Time No See, Lonely woman, A Girl Named Raimbow), Charlie Mingus (Eclipse) e In Song of Endless Time musica un testo di Dylan Thomas. Accanto al contrabbassista Sandro Lalla, storico collaboratore, il batterista Michele Villetti, Luca Bloise alla marimba e Costanza Alegiani alla voce. Apuzzo (sax alto e tenore, clarinetto e clarinetto basso) conferma le sue capacità strumentali e l’attenzione verso un jazz a volte estremo. Assai interessante la riproposizione di Peel The Paint dei Gentle Giant, sicuramente uno dei più importanti gruppi del prog inglese che negli anni ’70 conobbero un certa notorietà. Eccellenti le registrazioni.
THE RETURN OF THE FAT CHICKEN – Riccardo Fassi Tankio Band Plays Zappa
Nuovo omaggio ad uno dei giganti della musica contemporanea, il leggendario Frank Zappa, chitarrista e compositore che ha spaziato fra rock, jazz e contemporanea (Edgar Varese la sua grande passione). Un confronto a prima vista improbo, ma la dedizione da parte del pianista e arrangiatore Riccardo Fassi, unitamente ai suoi musicisti fa si che il cd non sia una scontata rilettura, riuscendo così a vivere di luce propria. Nell’album è presente anche Napoleon Murphy Brock per ben dodici anni a fianco di Zappa. Numerosi gli ospiti tra i quali spiccano Mario Corvini, Gabriele Mirabassi, Antonello Salis, Alex Sipigian, oltre agli storici elementi della band quali Stefano Cantarano (contrabbasso), Pietro Iodice (batteria) . Da ascoltare e riascoltare per ricordare o semplicemente incontrare per la prima volta la musica di uno dei più grandi musicisti di sempre .
ULISSE – Alberto Gilardi Jazz Trio
Il pianista Alberto Giraldi (Roma,1961), Diplomato in Scuola Sperimentale di Composizione al Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, con il nuovo album ULISSE ci regala un’altra bella pagina di jazz, accompagnato da Giulio Ciani al basso e a Pier Paolo Ermanno Ferrari alla batteria. Viene scelta la formula dell’album concept, dove i brani, in qualche modo, si susseguono come all’interno di una suite. Richiami al pop, alla musica classica, omaggi a grandi musicisti contemporanei (Il Cielo Lieve delle Sei dedicata a Russell Ferrante, pianista dei Yellowjackets). Album concettualmente profondo (…un percorso che ha inizio all’Alba per terminare nella Notte come l’Ulisse di Joyce..) con musiche chiare, belle melodie, che non cade nella tentazione della cover (tutti i brani sono composti da Giraldi). Eccellente l’interplay fra i musicisti. Ottime le registrazioni ad opera di Stefano Amerio nei suoi studi Artesuono.
PERSISTENCY – Cettina Donato Quartet
Nelle note di copertina del suo quato album PERSISTENCY (Perseveranza), la pianista Cettina Donato ci ricorda come questa qualità sia fondamentale per raggiungere gli obiettivi unitamente alla capacità di guardare in faccia le proprie paure. In effetti il cd sembra confermare questa sua tesi. Registrare a New York ai Systems Two Recording Studios con una formazione di grande livello composta da Eliot Zigmund (batterista del leggendario Bill Evans), Matt Garrison (sax soprano e tenore) e Curtis Ostle al contrabbasso è in effetti il coronamento di un sogno. Diplomata in Pianoforte classico e laureata in Musica Jazz al Conservatorio “A. Corelli” di Messina, e alla prestigiosa Berklee Music College di Boston, la Donato è docente dei Conservatori di Livorno, Alessandria e Messina.
Senso del gruppo, belle capacità compositive (tutti i brani sono composti dalla Donato ad eccezione di Lawns di Carla Bley), gran pulsare swing nella title track; in brani come Think About si percepisce il “sapore” di certo jazz americano grazie anche al raffinatissimo drumming di Zigmund e al lirismo del tenore di Garrison. Cettina Donato con merito si inserisce nella scia delle grandi pianiste del jazz italiano. Da seguire.