Annunciato dallo stesso Springsteen attraverso le sue pagine ufficiali sulla Rete da qualche tempo ecco finalmente il cortometraggio – dieci minuti di durata – Hunter of the invisible game. Si tratta di fatto di un lungo videoclip dedicato alla canzone omonima compresa nel suo ultimo disco, ma che racconta una storia, in realtà poco decifrabile dopo una prima visione e che andrà analizzata a lungo. Una storia di redenzione, di salvezza, dopo la disperazione, sembrerebbe. Il filmato infatti comincia con un personaggio interpretato dallo stesso Springsteen che indossa un paio di occhiali, sfoglia, agendine sgualcite dal tempo e pulisce anche una pistola, una pistola di cui non sappiamo che uso ne farà. Intanto scorrono dei flashback: una donna giovane sorridente che gioca con una bambina, un cavallo da sellare, immagini di una famiglia felice, forse la stessa famiglia che il protagonista ha perso non sappiamo come. Poi Springsteen seminudo abbandonato in un torrente, quasi un suicidio, un agonizzare nella disperazione e un bimbo che lo soccorre. Insieme al bambino, in immagini che sembrano riprendere quelle drammatiche del film The Road tratto da libro di Cormack McCarthy, Springsteen si mette in viaggio verso non si sa dove, ma sembra aver recuperato la serenità. Il personaggio cammina adesso da solo, tra rovine di edifici abbandonati e campi aperti, appoggiandosi a un bastone con un teschio: la morte, sembra, l’ha vista da vicino e ne conosce una cosa o due. Il film è stato scritto, sceneggiato e diretto dallo stesso Springsteen insieme a Thom Zimmy, un filmato sicuramente affascinante che il Boss ha fatto come regalo per i suoi fan a conclusione di un lunghissimo tour mondiale, come scrive lui stesso sul suo sito ufficiale. E’ “il cacciatore di una preda invisibile”, quella della vita.
(Paolo Vites)