Dolores O’Riordan aveva solo 18 anni quando i Cranberries irruppero sulla scena musicale internazionale. Quella ragazzina immatura che entrò nella band sostituendo il cantante Niall Quinn fu in grado non solo di segnare una generazione, ma anche di definire un genere musicale negli anni Novanta. I Cranberries hanno infatti dato al rock le sonorità tipiche dell’indie, mischiandole con il post punk e il folk. Il risultato sono sette album, tra cui “No need to argue”, il best seller mondiale del 1994 che conteneva la hit “Zombie”, una delle canzoni simbolo degli anni Novanta. Sono tante però le canzoni dei Cranberries con cui sono cresciuti coloro che sono nati a cavallo tra gli anni ’80 e ’90: da Promises a Just my imagination, passando per Salvation, Ode to my family, Linger e Dreams. I Cranberries con la loro musica ci hanno accompagnato nel nuovo millennio raccontando tutte le nostre inquietudini. Erano gli anni delle musicassette usate per registrare i loro successi passati in radio, noi impazienti tra un brano e l’altro di una giovane Britney Spears.
DOLORES O’RIORDAN, VOCE DEI CRANBERRIES E DI UNA GENERAZIONE
Si girava disperati per le strade alla ricerca di un senso. Le cassette dei Cranberries nella radio con le casse malandate non erano la colonna sonora delle nostre serate, ma il rifugio sicuro nel quale nascondere le proprie frustrazioni o aspettative. Nella voce di Dolores O’Riordan trovavi qualcosa di tuo, cantava con le tue parole perché si sentiva come ci sentivamo noi. Per questo le canzoni dei Cranberries, e degli anni Novanta più in generale, sono una sorta di Bibbia di una generazione. E allora suona così beffardo “Something Else”, l’ultimo album della band irlandese che ha un legame con il primo disco, “Everybody Else Is Doing It”. Un titolo per nulla casuale, che non doveva essere un gran finale nelle intenzioni di Dolores. «Non ho idea di cosa ci sia in serbo per noi, spero ci sia del nuovo», raccontava qualche mese fa. Sapeva che non erano più gli anni Novanta e neppure voleva che lo fossero. Voleva fare un regalo ai fan vestendo con abiti nuovi quelle canzoni che tanto amiamo. Il ritorno doveva essere un gancio tra il passato al presente ma la notizia della morte di Dolores ci ha riportato a quell’inquietudine che lei aveva saputo gestire mettendo la sua vita nella musica.