Gli elementi per definirla canzone jazz ci sono tutti: pianoforte delicato, batteria spazzolata, tromba di sottofondo. Basta questo per fare un pezzo jazz? Ci vuole la voce, naturalmente. Serena Brancale ha un’ottima voce calda, dai timbri pieni di negritudine, la usa dosandola molto bene. Bella l’apertura vocale nel ritornello con leggero accompagnamento d’archi, che alza il livello generale del pezzo, facendone una canzone davvero notevole nel panorama delle Nuove proposte che normalmente si succedono al festival di Sanremo. Un brano che però come tutti quelli di questo genere, rischiano di finire a fare da sottofondo nei bar dove la gente chiacchiere alzando la voce. Speriamo di no. Ecco cosa ne dice lei stessa: “Questo brano è uno dei pochi brani d’amore che ho scritto in questi 3-4 anni. Parla proprio di questa storia d’amore e mi descrivo come se fosse un mio diario segreto, mi metto a nudo e parlo un po’ delle mie insicurezze rivolte a quest’uomo”. Il testo è molto semplice, costruito per adattarsi alla musica che ha la prevalenza, giustamente. Una canzone che riflette su un amore che evidentemente non è andato nel verso giusto: “ma tu chi sei, che vuoi che fai” chiede lei senza paura. Nonostante le cose non siano andate o stiano andando come previsto la cantante non riesce a dimenticarsi di quest’uomo: “se mi parli io ti guardo se mi guardi io sospiro e non posso immaginare un altro come te”. E’ una situazione in divenire, quella che viene descritta nel brano, resa efficacemente con la parola che dà il titolo al brano, galleggiare. Quando nella vita non si ha una risposta pronta, infatti, si tende a rimanere in sospeso: “E’ più facile galleggiare e non sono i ricordi che mi portano lontano” fino a una grande ammissione di onestà: “Io non sto capendo niente, parla piano”. Lasciando infine una porta aperta:
“Ma io non lo spero / Io non torno indietro / Tutto il male fatto / Perché sei distratto / Se sei un uomo vero / Mostrati sicuro / A me / Per me”
La musica sottolinea benissimo l’atmosfera di attesa, quel galleggiare mentre si attende che la vita prenda una posizione sicura. Certamente una delle canzoni più belle di tutto il festival.