Se si è entusiasmato anche Roberto Saviano, che ha dedicato a Ghali un articolone con intervista oggi su Repubblica, vuol dire che qualcosa di valido ci deve essere. L’autore di Gomorra e tanti libri si lascia un po’ infilare nel trucchetto dei click milionari di Youtube (“I suoi brani su YouTube hanno macinato milioni di views in pochissimi mesi, talvolta in pochissimi giorni. Ninna nanna, più di cinquanta milioni in sette mesi, Wily Wily quasi venti milioni in un anno e oltre trenta milioni per Dende”) quando sappiamo tutti che le cifre reali delle visioni sono molto più basse. Ma non sono le strategie di marketing a interessare. Ghali è un personaggio musicalmente davvero interessante che si stacca dalla noia e dal copia/incolla della maggior parte dei rapper italiani che non solo si assomigliano tutti ma fanno anche prodotti musicali che con il vero rap hanno poco a che fare. Ninna nanna ad esempio è un ottimo pezzo, dove si sentono influenze musicali world, lui si esprime in modo convincente e anche i testi non sono male. Inoltre canta indifferentemente l’italiano, in francese, in tunisino, ma è difficile dire quale sia la sua vera lingua, perché sa occultare molto bene gli accenti mischiandoli fra loro.
Ma a colpire Saviano probabilmente è stata maggiormente la storia di questo ragazzo. Nato a Milano, i suoi genitori sono tunisini, vive da sempre ancora oggi a Baggio, uno dei tanti quartieri di periferia del capoluogo lombardo. Proprio in Ninna nanna si descrive: “Sono uscito dalla melma, da una stalla a una stella, figlio di una bidella, con papà in una cella”.
Che Ghali non sia un personaggio farlocco, ma uno che nella vita le cose che canta, a differenza di tanti rapper, le ha vissute veramente, lo si capisce da queste parole rilasciate nell’intervista: “”I posti di blocco… e io che abbasso la testa in macchina , mio padre che mi dice di non dire niente… un elicottero sopra casa nostra e mio padre pensa che sia lì per lui. Oppure la telecamera nascosta nella macchina parcheggiata sotto casa per vedere chi viene e chi va; la pistola nel vaso di fianco all’ascensore; gli spaventi. Poi, quando arrestano mio padre, con mia madre abbiamo vissuto tutto assieme, dalle camminate per andare a trovarlo in carcere alla sveglia ogni mattina con lei per aiutarla a cucinare, fino ai pacchi che portavamo a San Vittore sotto la neve e sotto il sole”
Ghali racconta della madre che si ammala di tumore e guarisce “ed è lì che ho iniziato a credere veramente in Dio”, dice. Ma non canta di politica: “Per me è come andare dal commercialista, non ne capisco nulla”.
Finalmente abbiamo un artista rap di cui andare orgogliosi anche in Italia.