“La vita è davvero fragile, non puoi mai sapere cosa ti succederà, non sai se ti ammalerai o se ti succederà qualcosa, non puoi dare mai niente per scontato, questa è la verità sulla vita”. Con la capacità profetica che solo le grandi anime possono avere, quelle più sensibili e sofferenti, Dolores O’Riordan qualche anno fa in una bellissima intervista concessa alla giornalista Valeria Rusconi del mensile XL, aveva espresso il medesimo sentimento che John Lennon, poco prima di morire, aveva fatto suo: “La vita è quella cosa che ti capita mentre sei occupato a fare altre cose”. La vita non la decidiamo noi, non ci appartiene, ci supera e ci sorprende. Anche e soprattutto con la morte che non sappiamo mai quando busserà alla nostra porta. Non abbiamo deciso noi di nascere e non decideremo noi quando morire, anche se tutto nella mentalità contemporanea, quella che discende dal vecchio slogan “la vita è mia e me la gestisco io” vuole farci credere che possiamo esserne padroni.
“Non puoi mai dare niente per scontato, questa è la verità”. Secondo le ultime persone che avevano visto e parlato con la cantante dei Cranberries nelle ultime settimane, lei stava bene ed era contenta. Lo aveva detto anche lei in un messaggio ai fan dopo essersi esibita nella settimana di Natale a una serata dell’industria discografica, era il suo primo concerto dopo mesi, dopo aver dovuto cancellare il tour estivo dei Cranberries, previsto anche in Italia. L’ex chitarrista dei Kinks Dave Davies aveva detto che l’aveva sentita al telefono, gioiosa e di buon umore: “Sembrava piena di vita, scherzava ed era felice di vedere me e mia moglie in questi giorni”. Il suo nuovo fidanzato e musicista nel suo nuovo progetto Ole Koretsky aveva postato delle foto su Instagram della coppia serena e contenta in giro per New York.
Nei giorni successivi alla sua morte erano venuti fuori tutti insieme tanti segni che lei aveva lasciato in giro durante gli anni, a spezzoni, con grande dignità e senza mai strombazzarli in giro sui social network come certe sue colleghe. Che era stata abusata sessualmente a 12 anni; che le era stata diagnosticata un disturbo mentale, un tentavo di suicidio, l’anoressia. I familiari hanno aggiunto: “Nelle ultime settimane la sua depressione aveva toccato l’abisso”. E’ tipico di chi soffre di questi disturbi alternare momenti di abbattimento totale a euforia esaltata.
Neanche aver avuto tre figli era stato abbastanza: “Quando hai delle figlie diventa ancora più difficile perché rivivi i flashback quando sei con loro e li guardi. Ti chiedi come sia possibile trarre soddisfazione in qualche modo” aveva detto ancora a Valeria Rusconi.
La causa della sua morte è tenuta segretissima da chi ha trovato il suo corpo alle 9 di mattina nel bagno del suo hotel, per ordine del management e della famiglia. Viene da pensare al suicidio ovviamente, o come nel caso di Chris Cornell, qualche pillola anti depressiva di troppo per la paura di tornare a precipitare nel malessere. Fonti ufficiali parlano di motivi inspiegabili. Magari semplicemente un infarto come succede a tanti, anche a 46 anni. D’altro canto il suo stile di vita non era stato dei più salutisti, come ha raccontato lei: nel primo periodo del grande e inaspettato successo, passavo da un party all’altro, non c’è niente di meglio del buon vino, aveva detto. E poi, una esistenza giocata nella depressione profonda, doveva aver lasciato un marchio pesante sul suo fisico.
Silvano Martini, responsabile della sicurezza al Summer Festival di Lucca nel 2000, racconta un episodio molto esplicito: “Poco prima dell’inizio del concerto fui chiamato dagli organizzatori ed entrai nei camerini per parlare con il tour manager della band e fu li che vidi per la prima volta Dolores. Se ne stava seduta ed aveva il pancione; era in stato interessante ed io non lo sapevo. Mi colpirono i suoi occhi: uno sguardo intenso, bellissimi!
Il Tour manager mi informò che Dolores non si sentiva sicura, non stette a spiegarmene il motivo, però chiese di avere due persone della sicurezza, uno dei quali avrei dovuto essere io, ai lati del palco, per proteggerla da qualsiasi cosa sarebbe potuta accaderle. Mentre lui parlava io mi voltai a guardarla ed i suoi occhi mi parvero a momenti taglienti ma allo stesso tempo quasi impauriti”.
Lei era uno scricciolo, minuscola, un corpicino che veniva voglia di stringerla e proteggerla. Come ci raccontò una ragazza che al tempo del suo primo disco solista mandammo a intervistarla, “parlava in modo così felice e gioioso dei suoi figli”, forse gli unici momenti di serenità della sua vita.
A differenza di Sinéad O’Connor, anche lei irlandese e anche lei sofferente da tutta la vita di una depressione devastante dovuta alle violenze fisiche e morali inferte dalla madre, non nutriva però odio verso la Chiesa, quella Chiesa irlandese che ha devastato il suo popolo con i casi di pedofilia da parte del clero più numerosi al mondo tenuti nascosti per decenni dalle autorità religiose. Prima di esibirsi al concerto di Natale in Vaticano anni fa, aveva infatti detto che la Chiesa aveva sempre giocato un ruolo importante nella sua vita, una guida che l’aveva ispirata e confortata sempre.
Ma le grandi anime sono capaci di profezie. In una intervista del 2014 aveva detto: “Devo darmi una calmata e non sentirmi colpevole. Perché non vivrò a lungo. Ho 43 anni, se arriverò a 50 sarò felice”. C’era quasi arrivata.
Dolores tornava spesso al suo paesino, Limerick, ben distante dai centri della musica e del mondo del lavoro come Dublino e Galway, un posto dimenticato anche dagli irlandesi dove era nata e cresciuta. Padre James della chiesa di St. Alibe, dove da piccola la cantante andava a messa e a pregare e dove si terrà il funerale, e dove sarà seppellita vicino alla tomba del padre, ha detto che i suoi fratelli e la madre Eileen sono devastati: “Era qui una settimana fa, venne in chiesa con la madre. Non si vantava della sua celebrità, era una donna perfettamente dolce e legata alla chiesa. Ho visitato la famiglia e pregato con due dei suoi fratelli” ha detto.
Dolores O’Riordan sapeva bene che il suo tempo sulla terra era limitato. Poco tempo fa aveva detto: “Credo che se mi reincarnassi mi piacerebbe volare, essere una farfalla oppure un uccello, a tutti piace volare no? Penso che probabilmente tornerò come un angelo e mi piacerebbe guidare le persone che stanno vivendo esperienze di vita simile alle mie. sussurrerei nel loro orecchio dando loro idee su come gestire le cose”.
Tutti coloro che vivono a fondo la depressione sanno cosa significa farci i conti, un buco nero che appare e scompare e che non passerà mai del tutto. Ma adesso possiamo dire che abbiamo tutti un angelo custode. Seduti in silenzio nel buio, possiamo già sentire la sua dolce voce sussurrarci alle orecchie che non siamo soli.
Si chiamava Dolores: la madre scelse quel nome in onore di Nostra Signora dei Sette Dolori. Anche lei era profetica.