«Questa Direzione Generale, continua, per il corrente anno scolastico, nell’azione di accompagnamento alle scuole ad indirizzo Liceo Scientifico nel proporre simulazioni di Matematica, Fisica e Scienze (questa ultima esclusivamente per i Licei OSA), per la piena applicazione di quanto stabilito dal Regolamento recante norme per lo svolgimento della seconda prova scritta negli esami conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2015» (Nota prot. n. 11772 del 23/11/2015). «16 Dicembre 2015. Si pubblica la Nota prot. n. 13577 del 15 Dicembre 2015 che accompagna il quadro di riferimento relativo alla seconda prova scritta dell’esame di Stato di Fisica per i Licei Scientifici.
Presumibilmente la simulazione di Fisica sarà effettuata nella penultima settimana di gennaio. Seguirà nota.»
Due scarne note burocratiche presenti nel sito del Miur dedicato alle simulazioni di matematica contengono in realtà molte indicazioni di metodo che riguardano gli esami di stato 2016. L’appuntamento sembra lontano ma gli studenti sono già da adesso impegnati in simulazioni. La maggior parte di esse sono proposte dai docenti ma da un paio d’anni il ministero almeno progressivamente si è fatto carico di « azione di accompagnamento», almeno per quanto riguarda il liceo scientifico. Così a metà dicembre si sono svolte le simulazioni della seconda prova di matematica e a gennaio si svolgeranno quelle di fisica e per «Licei OSA» (cioè i licei scientifici Opzioni Scienze Applicate) quelle di scienze. Su qualche sito specializzato si ipotizza con più precisione quando si svolgeranno le prove di fisica (secondo orizzontescuola.it tra il 18 ed il 23 gennaio).
Non mi pare che la novità abbia avuto grande risonanza sui media nazionali, almeno a quanto so.
La posta in gioco a me pare invece rilevante per parecchi motivi. Innanzitutto di metodo: ad indicazioni nazionali che precisano non poco circa la natura di una disciplina era inevitabile che in qualche modo l’intoccabile e immutabile prova di maturità (a me piace ancora chiamarla così) subisse almeno qualche adattamento. Il ministero ha scelto di utilizzare il metodo della simulazione: utilizzare un esempio è il miglior modo per dare concretezza a suggerimenti o indicazioni che potrebbero risultare vaghe, generiche se non addirittura ambigue. È oltremodo apprezzabile che il ministero si preoccupi di “accompagnare” verso una prova che non deve essere sottoposta ad un arbitrio, fosse pure quello ministeriale, ma sottoposto ad una logica coerenza col percorso intrapreso. Non mi sembra che si sia dato rilievo ad una ulteriore importante novità che interessa migliaia di studenti (e docenti): finora il liceo scientifico aveva l’indubbio vantaggio rispetto ad altri indirizzi della certezza della disciplina del secondo scritto: matematica. Gli sforzi nella preparazioni della seconda prova potevano essere più mirati; se da un lato ora questo è un intervento che riequilibra un po’ le cose, dall’altro sorprende un po’ che la certezza della possibilità si abbia ad anno iniziato (anche se già dall’anno scorso si era paventata la possibilità).
Fin qui quel che riguarda lo scientifico. E per gli altri indirizzi? Mi occuperò solo del classico perché è il liceo in cui mi trovo ad operare. Si ha notizia di una commissione ministeriale che sta lavorando alla seconda prova. Nessuno mette in discussione che il secondo scritto debba riguardare le materie caratterizzanti, cioè lingua e cultura latina oppure lingua e cultura greca. Qui sta il punto: la disciplina ora non è più lingua e letteratura ma lingua e cultura: la semplice traduzione è una prova adeguata al nuovo impianto disciplinare? L’anno passato polemiche molto dure hanno contrapposto Maurizio Bettini (rinvio direttamente al suo articolo, “Quelle inutili anzi dannose traduzioni greche e latine” apparso su Repubblica) a Paola Mastrocola (“Le lezioni d’amore per il latino e greco“, Il Sole 24 Ore) che personalmente ho risentito in un interessante confronto organizzato il 14 ottobre scorso dal prof. Gioseffi in cui sono intervenuti anche Antonietta Porro Luigi Spina (per chi fosse interessato un resoconto è reperibile qui).
Indipendentemente dalla propria opinione in merito (io personalmente penso che la strada più percorribile sia quella del mantenimento di una traduzione dal latino o dal greco, ben contestualizzata attraverso una significativa introduzione al testo seguita dalla possibilità di un commento che possa integrare qualche deficit linguistico attraverso osservazioni di tipo linguistico-retorico-culturale) mi sembra rilevante un’osservazione più generale. Una chiara visione dell’indirizzo scolastico aiuta a progettare delle prove coerenti in cui si ha il coraggio di esporsi con degli esempi e ad accompagnare nel percorso. Forse il fatto che questo non sia ancora successo per il liceo classico è solo un sintomo che evidenzia un ripensamento sul liceo ancora in atto. Anche qui la posta in gioco è molto più alta di una prova di maturità; ma perché il rimedio non sia peggiore del male occorre lavorare con lucidità e serenità.