Il documento qui proposto, come ognuno vedrà, è la liberissima rivisitazione della ormai poco nota eppure celeberrima Lettera che l’intellettuale Elio Vittorini, nel 1947, scriveva al leader politico Palmiro Togliatti, l’uomo incaricato di dirigere la cultura di sinistra italiana verso la novità e il progresso, l’uomo nuovo del Partito, l’uomo che avrebbe portato il rozzo contadino superstizioso verso le meraviglie moderne della cultura operaia, e il borghese della cultura moderna verso il paradiso della società impiegatizia e burocratica e infine consumistica e finanziaria. La società del benessere e della crescita.
La cultura, anche quella universitaria e scolastica che oggi erroneamente si definisce “educazione”, seguendo la moda “punto edu” del mondo anglosassone, avrebbe dovuto dunque perseguire il fine imposto dal Politico (oggi Manageriale), e non, come si dovrebbe, il contrario. La politica, o è al servizio della cultura, ossia di tutto ciò che è nutrimento per la soddisfazione del vivere in pienezza, o è solo esercizio di potere (del manager). Politica e cultura (traduci Management e bene culturale) era intitolata la Lettera, con un’associazione di parole che oggi appare in tutta la sua quasi commovente lontananza idealizzante.
Preistoria? Solite menate della solita Sinistra? Ma ognuno vi sostituisca pure la direzione politica o ideologica che preferisce: in questo argomento non cambierà nulla. E perché allora non piuttosto considerarla fantascienza, come se quel destino di schiavitù intellettuale ci attendesse profeticamente in un prossimo futuro?
A noi apocalittici pare infatti che il clima di rassegnata ma consapevole e colpevole complicità, che si respira in ogni quotidiano commercio col potere, chieda infine che in ogni dove si prenda finalmente posizione. Anche solo per provare la vertiginosa ebrezza della libera responsabilità. Impressiona, nei silenzi dei colleghi, degli amici, dei conoscenti, dei parenti, insomma nei silenzi della coscienza della “cultura” quotidiana, la sempre più vasta rassegnazione che si trasforma in consenziente complicità con la paura: sono funzionari di ogni ordine e grado, sono genitori delle generazioni nuove, sono le Dirigenze dell’efficienza, sono i docenti aggiornati con le mode docimologiche o le scritture anonime della saggistica accademica, sono gli avvocati di famiglia divenuti paladini della promozione, o gli psicologi del mercato florido dell’ansiolitico, dell’antidepressivo, del benzodiazepinolenitivo.
Questo l’unico antidoto al ricatto politico della continua, snervante, perenne, efficiente prestazione? A questo educheremo la nuova generazione? Al diritto delle ingiunzioni, delle sanzioni disciplinari, delle urgenze addestrative, monitorative, controllative, coercitive, testative, certificative, ai criteri spietati della privatistiche amministrazioni?
Fingendo il suo ritrovamento in una società futura, proponiamo la Lettera in un documento composto nelle due parti a noi pervenute: una presentazione stilata nella lingua dei curatori che vivranno (già vivono) nel nuovo mondo creato dalla Scuola Buona; e poi una seconda parte, composta da brevi stralci pesantemente rimaneggiati dalla censura di quel tempo prossimo, che appunto non ascoltò l’esortazione e l’avvertimento.
Il lettore vorrà perdonarci se pubblichiamo in lingua originale la presentazione dell’epistola, così come fu reperita nel documento; ma il sapore tragicomico di quel burocratico parlare ci parve degno d’essere ascoltato nel suo farneticare, ad ammonimento prossimo venturo. Ringraziamo Carlo Emilio Gadda per la consulenza linguistica e per la sua e fatta nostra imperitura “cognizione del dolore”.
Perdida forse fu, e lo si credette e da tempo assai, è stata al contro com merveilla reperita en um archivio privado la scandaloza episulta, que El Fu Intelectual de la Revolution Rotamària Eleio da Victoria inscrisse al Lyder Novus Mattimus en nella occasion de la zelebrasion grande da Reforma y Racionalizacion de les Istitutioni ecs Culturales @LIM et Punto Edu (ex Scholastiche), nelo Segundo Agno Bono de Repubblica Rotamària. In apprencion della sua bandizione publicanda per gride integral, que emverrà entonse sol manco despues multeplices y accuratas rogationes syentifichae etiam philologichae, nonché odportuni etiam irresistibiles vagli censorii, ci è stato nobis adconsentido di proporvobis auni stralci da aepistula manupscripta renvenida, sed cum forma anomine et con mende de curador mesmo auctor de la presente presentation.
Et fiat memento ad juventutem legitora, que la celebre pìstola de Eleio da Victoria (Intelectual Burocrato Primeiro da Dirigentia) scripta a El Mattimus Lyder, constituì, ne ella Hystoria dell’Era Nuova Bona Competidora y Rotamadora, il culmo limine de la Krisi che si enviò ad aprire fra l’accion politìca razionalizadora de la Revolution del Nuevo Lyder y la claxe de la Burocràtia Cultural. Per quanto El Fu Intelectual, con graviora mora culpable, s’avviò a presagire la piega nhihilante de tota la cultura formativa de Nuevo Regno di Democràtia Rotamanda, le historie di Cronica a tutti note contano la Gloria che se ne fece dipoi dela sua oltremodante tracotancia, e come avvenne che fu Gratias a Dios immantinentemente esradicata da les nueve masse di Burrocarati Cultural de Multi Bonus y de totos los Il.Mi Derighentes de le Istitucion de Educatia Sertificada rigettata nel muto obblio et silentio.
Cum commocion hora a memento et amonimento de todos los dissencientes ad imprimir en el Sussidiario vamo.
[Addì, 2016 Agno Segundo de la Republica Rotamadora]
(1- continua)