Alla vigilia nessuno ci avrebbe scommesso, visto come erano andate le qualifiche: 14° sulla griglia di partenza, con il compagno di scuderia Barrichello in pole, per vedere Jenson Button campione del mondo probabilmente si sarebbe dovuto aspettare l’ultimo appuntamento della stagione negli Emirati Arabi. Invece no! Complici anche i numerosi ritiri che hanno caratterizzato il gran premio del Brasile ad Interlagos e soprattutto la debacle di Barrichello, che non ha saputo cogliere la grande occasione che gli era capitata per vincere finalmente il gran premio del suo paese, Jenson Button ha sfruttato in pieno la situazione, ha sfoderato, come non gli capitava da tempo, grinta e determinazione e si è messo al collo quella corona iridata che aspettava da tanto tempo, da quando, ormai diversi anni orsono, aveva cominciato a calcare le piste e da tutti era indicato come una grande promessa della F1. Poi tante stagioni a vuoto, spesso al volante di monoposto mai competitive, fino al rischio di rimanere disoccupato, nella scorsa stagione, a causa della decisione della Honda, la sua scuderia, di abbandonare il mondo delle corse automobilistiche. Ci ha pensato Ross Brawn, ex stratega vincente prima in Benetton e poi in Ferrari a rimettere le cose a posto e a dare a Jenson un’altra occasione: Ross convince quelli della Honda a concedergli la scuderia per la cifra simbolica di una sterlina, mette in pista una macchina subito vincente, complice anche la furbata dei diffusori e a Jenson non sembra vero. Una macchina finalmente veloce, tanto. Sei vittorie nelle prime sette gare e un mondiale che sembra già cosa fatta quando non siamo ancora a metà stagione: A Jenson non par vero! Poi qualcosa si inceppa nel delicato meccanismo mentale del britannico: le altre scuderie crescono cresce la Red Bull di Vettel e Webber, cresce il suo compagno di scuderia Barrichello e tutto sembra complicarsi, i risultati non vengono più, le certezze sembrano svanire e Jenson è assalito dai dubbi. Ma il mondiale volge al termine e per prendere Button ci vorrebbe un finale di stagione senza sbavature, cosa che non avviene. L’unico che ci potrebbe tentare è Barrichello: il brasiliano si presenta a San Paolo deciso a far bene e nel diluvio delle qualifiche trova una pole insperata e quel che conta, vede Button relegato in settima fila. E’ l’ultima chance che gli rimane per tentare la quasi impossibile impresa di far suo quel titolo mondiale a lungo desiderato e mai raggiunto. Ma la gara rimette tutto a posto e regala a Button un mondiale tutto sommato meritato.
In gara, tutto si decide, o quasi, nei primi giri: Raikkonen, scattato bene, tocca il posteriore della Red Bull di Webber nel tentativo di superarlo ed è costretto a rientrare ai box per sostituire il musetto. Poi è la volta di Trulli che stretto da Sutil va largo sull’erba: la Force India travolge poi la Renault di Fernando Alonso e tutti e tre i piloti sono out. Caos anche ai box dove Kovalainen ripartendo dal pit si trascina dietro il tubo del rifornimento causando una fiammata che quasi manda arrosto la Ferrari di Raikkonen che lo seguiva da vicino. Insomma alla fine di tutto ciò, quando sono trascorsi pochi giri, Button si ritrova a ridosso della zona punti alle spalle di Kobayashi, mentre in testa c’è Barrichello seguito da Webber, Kubica e Rosberg. E’ in questa fase che Button ritrova grinta e determinazione facendo vedere alcuni sorpassi da manuale come quello compito proprio ai danni di Kobayashi mentre Barrichello, alla prima sosta, perde la prima posizione superato da Webber e kubica. A quel punto le speranze di Barrichello di vincere il titolo sono appese a un filo, che si spezza quando subisce il sorpasso di Hamilton per poi precipitare in ottava posizione a causa di una foratura. Webber va a vincere la sua seconda gara della stagione davanti a Kubica e Hamilton, Button si laurea campione del mondo con il quinto posto alle spalle di Vettel e davanti a Raikkonen, Buemi e Barrichello.
Per le Ferrari, ancora una gara deludente, con Raikkonen solo sesto e Fisichella undicesimo dopo una gara anonima. E nella classifica costruttori la scuderia di Maranello dice addio al terzo posto, scavalcata dalla McLaren
La Gara
1. Mark Webber (AUS-RBR-Renault) 1h32:23.081
2. Robert Kubica (POL-BMW Sauber) + 7.626
3 Lewis Hamilton (GBR-McLaren-Merc.) + 18.944
4. Sebastian Vettel (GER-Red Bull)+ 19.652
5. Jenson Button (GBR-Brawn-Mercedes) + 29.005
6. Kimi Räikkönen (FIN-Ferrari) + 33.340
7. Sebastien Buemi (FRA-Toro Rosso-Ferrari) + 35.991
8. Rubens Barrichello (BRA-Brawn-Merc.) + 45.454
9. Heikki Kovalainen (FIN-McLaren-Merc.) + 48.499
10. Kobayashi (JPN-Toyota) + 1:03.324
11. Giancarlo Fisichella (ITA-Ferrari) + 1:10.665
12. Vitantonio Liuzzi (ITA-Force India) + 1:11.388
13. Romain Grosjean (FRA-Renault) + 1 giro
14. Alguersuari (Toro Rosso-Ferrari) + 1 giro
La classifica
1 Jenson Button (GBR-Brawn-Mercedes) 89
2 Sebastian Vettel (GER-Red Bull) 74
3 Rubens Barrichello (BRA- Brawn-Mercedes) 72
4 Mark Webber (AUS-RBR-Renault) 61.5
5 Lewis Hamilton (GBR-McLaren-Mercedes) 49
6 Kimi Raikkonen (FIN-Ferrari) 48
7 Nico Rosberg GER-Williams-Toyota) 34.5
8 Jarno Trulli (ITA-Toyota) 30.5
9 Fernando Alonso (SPA-Renault) 26
10 Timo Glock (GER-Toyota) 24