Cari futuri geometri, quest’anno si progetta! Avete sicuramente esultato quando il ministero ha comunicato questa disciplina per la seconda prova. Chi di voi non ha scelto questa scuola perché appassionato al disegno? E allora che si disegni! Immaginazione… fantasia… estro… bene tutto, ma non dimenticate che siete tecnici e che nel progettare è necessario usare un linguaggio tecnico specifico. E così come per l’italiano è necessario conoscere le regole della grammatica, in progettazione si devono usare delle norme, delle regole appunto… e voi conoscete le regole per disegnare una finestra, una porta, un muro, vero?
Altrimenti è il caso di ripassarle. Lavoro da fare al più presto. Ripassate anche come quotare un progetto, quali scale di rappresentazione utilizzare perché il tema d’esame ne lascerà sicuramente al candidato la scelta. Ma andiamo con ordine.
Strumenti – Preparate riga e squadre pulendole con cura per non sporcare i fogli di lavoro, che maneggerete a lungo in quel giovedì di giugno, caldo non solo per il sole. Le matite, la gomma, il compasso, le penne a china, la calcolatrice, qualche pastello colorato devono essere pronti per non doverli elemosinare dai compagni durante la prova infastidendo e innervosendo qualche commissario poco paziente.
Tempi e modalità di esecuzione – Nessuno sa ancora quale sarà il tema, lo possiamo solo immaginare rileggendo i temi già assegnati negli anni passati, di cui trovate traccia nella rete.
In ogni caso niente panico. Se avete lavorato alla progettazione in questo ultimo anno, meglio ancora negli anni del triennio, avete già un repertorio di riferimento. Gli insegnanti vi avranno proposto dei temi progettuali sui quali avete lavorato: una villetta, un garage, una palazzina, un ristorante…
In ogni caso potete sempre attingere alla vostra esperienza personale, perché ne avete di esperienza personale! Siete stati più volte in un ristorante, in un bar, in un piccolo museo… E ve lo ricordate? Bene, ora tocca a voi progettarlo.
Una volta compreso il tema e focalizzate le richieste essenziali, cominciate a progettare. Lo sapete su quali supporti si progetta? Sui quelli cartacei che vi fornirà la Commissione, a meno che non decida diversamente. Quest’anno, infatti, il ministro ha previsto la possibilità di svolgere la prova anche al computer. Ma se la Commissione decide di utilizzare i classici fogli di carta, mi raccomando, usate solo quelli che vi verranno dati e che voi, se ne avete bisogno, chiedete. Perché poi dovrete riconsegnare tutto.
Attenti: tutto, non quasi tutto. Anche i vostri pensieri e schizzi dovranno trovare uno spazio sul foglio, perché essenziali a far capire alla Commissione come avete lavorato per giungere alla soluzione del tema.
Muovetevi rispettando le richieste del compito che saranno il vostro schema di lavoro, perché su quelle la commissione avrà stilato una griglia di valutazione che servirà a dare il voto finale alla vostra prova.
Non sottovalutate le richieste che vengono lasciate alla “facoltà del candidato”. È vero che non sono obbligatorie, ma contribuiscono a dare spessore e valore al vostro elaborato. Chissà quanti particolari costruttivi, calcoli strutturali di elementi finiti, come solai o fondazioni avrete… in testa…! Ma se non li avete, mettete un po’ della vostra testa nel manuale (a buon intenditor poche parole). Dal manuale si possono attingere tante idee… Non vi abbiamo già detto che si può portare il Manuale del geometra? Ve lo ricordiamo ora: “Al candidato è consentito l’uso del manuale tecnico, della calcolatrice e degli strumenti per il disegno…”.
La prima fase di progetto − Vi avevamo detto di chiudere gli occhi e immaginare il luogo che dovete progettare… ora riapriteli. Vi accorgerete drammaticamente che il foglio è ancora bianco.
È ora di prendere in mano la matita e formulare la prima ipotesi. Non perdete tempo a dare spessore ai muri in questa prima fase, ma organizzate gli spazi in modo che possano funzionare. Ve ne renderete conto inserendo delle quote di massima, anche sugli schizzi, considerando la possibilità di inserire i pilastri secondo una maglia regolare (5×5, 6×5 etc). Se vi può aiutare tracciatela velocemente, tirando giù delle righe ortogonali, per iniziare ad avere un’idea dello spazio da utilizzare!
In questa prima fase le richieste del tema vanno tradotte in metri quadri che annoterete in una tabella. Successivamente questi dati vi serviranno per la relazione che accompagnerà il progetto.
Fin dal primo schizzo annotate le norme che ricordate, come ad esempio la superficie minima delle finestre (1/8, 1/6 della superficie calpestabile), il dimensionamento minimo degli ambienti (9 mq le camere singole, 14 mq le matrimoniali…), le distanze tra fabbricati (10 metri…) a seconda di quello che progetterete.
Se nella richiesta il progetto si distribuisce su due piani è questo il momento di dimensionare il blocco del vano scala. Se non ricordate le dimensioni che legano l’alzata con la pedata consultate il manuale.
Ricontrollata la prima ipotesi ove tutto sarà ben relazionato (ingresso, servizi igienici, ambienti funzionali), è ora di mettere in bella copia la planimetria.
Rappresentazione planimetrica − Buttate un occhio sullo schizzo quotato. Questo vi suggerirà la grandezza complessiva del vostro impianto e questo vi permetterà di ben collocare, in pulito, la planimetria sul foglio di carta. Vi ricordate quando, le prime volte che progettavate, disponevate il vostro disegno o al centro del foglio o troppo vicino ai margini e il foglio rimaneva tutto vuoto? Dopo ore di lavoro l’insegnante esclamava: “Tutto qui?!” Questo per dirvi che anche la tavola va progettata e ben organizzata. Chi progetta ha anche senso estetico e il primo giudizio parte proprio da come si presenta l’intero lavoro.
Non cominciate con un tratto forte e deciso, perché quando arriverete a disegnare i prospetti forse dovrete rivedere qualche finestra in planimetria o cancellare qualche riga di troppo.
Infatti alla fine, e solo alla fine, è il caso di ripassare il disegno con la penna a china o con un tratto di matita più scuro, sullo stesso foglio perché è come un rimettere tutto in bella copia. Scegliete voi se è il caso di ricopiare tutto e comunque come siete abituati a fare: l’esame non è il luogo per improvvisare nulla o per cambiare il vostro modus operandi.
Il tempo a disposizione per la prova di solito è di 8 ore. È importante saperlo ben utilizzare. Chi di voi ha simulato la prova d’esame durante l’anno se ne è reso conto.
Una buona organizzazione iniziale aiuta a non entrare in panico al termine. Sappiate orientarvi… a proposito, dimenticavamo: i punti cardinali! La planimetria va orientata con i criteri che già conoscete: il sud si sceglie per la sua luminosità!
Anche le quote che prima vi hanno aiutato a dimensionare i vari ambienti ora vanno messe in pulito e in ordine (vale sempre il senso estetico di cui sopra… noi insegnanti siamo sensibili all’ordine: dà l’idea di avere davanti uno studente che sa il fatto suo).
Le barriere architettoniche… queste dimenticate − Non dovete fare una tavola a parte, ma questo argomento merita una nota specifica.
Tenete sempre conto dell’abbattimento delle barriere architettoniche ogni volta che dimensionante un bagno, un disimpegno, una porta, una rampa (larghezza e pendenza), insomma tutto ciò che può costituire un ostacolo a un portatore di handicap; beninteso pensate anche agli anziani e ai bambini.
La capacità di un tecnico progettista si misura anche attraverso la sua sensibilità e destrezza nel rendere fruibile il proprio progetto, anche se in questo caso è solo un’idea.
I prospetti e le sezioni − Arrivati a questo punto siete…a buon punto. I prospetti e le sezioni si realizzano velocemente utilizzando le planimetrie già disegnate. Un consiglio: se utilizzate un altro foglio sovrapponetelo in parte al primo che contiene le planimetrie e tirate giù le linee senza dover riprendere, volta volta, le misure dalle planimetrie stesse. Meglio ancora se il secondo foglio è di carta lucida trasparente: posizionatelo sopra e via.
Ma attenzione: una volta disegnati i prospetti non li lasciate tristi e spogli con le solite finestre e porte indicati con semplici e anonimi rettangoli. Arricchite di particolari e date sfogo alla vostra fantasia, utilizzando ad esempio dei pastelli per indicare ombre o particolari architettonici.
Mi raccomando, non lasciatevi sfuggire le didascalie: piante, prospetti, sezioni ed eventuali particolari vanno indicati con ordine specificando le scale usate.
Relazione tecnica − Anche questa sarà semplice e sintetica e con linguaggio tecnico. Evitate gli aggettivi da agenzia immobiliare o peggio da agenzia di viaggi: splendida veduta… ottima per il relax. Un soggiorno per voi è: un ambiente rettangolare 6×8 orientato a sud. Non dite che tende al rettangolo e soprattutto non dite che è ampio e spazioso… non stiamo parlando della vostra fronte! Dovete essere attenti e precisi usando un linguaggio essenziale.
La relazione toccherà i seguenti punti: motivazioni per cui si realizza il progetto, descrizione del contesto urbano (ipotizzate eventuali dati urbanistici e indicate la distanza dal nucleo urbano), dimensioni dell’edificio, destinazione d’uso, sistemazione dell’esterno, gli impianti e le finiture.
Finito il lavoro, riguardate il tutto e verificate se avete seguito le indicazioni della traccia che avete dal testo di esame. Non vi piace il vostro progetto? Manca solo un’ora? Rifarlo da capo? No! Non arrivate a questo punto. Questo significa che dovete ricontrollare il tempo a disposizione e dovete sapientemente organizzare il vostro lavoro. Non dimenticate di fare almeno cinque minuti di pausa ogni ora, cambiando posizione: la vostra schiena ve ne sarà grata a fine giornata!
Mettete nome e cognome su ogni foglio, salutate il vostro progetto e consegnate. Non prima delle 8 ore assegnate perché c’è sempre qualcosa da rivedere ed aggiungere, fino alla fine.
Se a parer vostro manca ancora qualcosa e il tempo è finito, fate delle note sui fogli e teneteli a mente per discuterne con i Commissari durante il colloquio.
Il vostro progetto, il frutto del vostro faticoso ma appassionato lavoro, ora parlerà per voi, nelle mani dei Commissari. Con il disegno a volte si dicono più cose che non in un compito di italiano (ci perdonino i colleghi di Lettere). Ma chi progetta sa che in un disegno ci sono anche i propri sogni e desideri, che di solito sono belli.
Vi auguriamo che il vostro desiderio di Bellezza non rimanga solo un sogno o un disegno sulla carta, ma piano piano diventi realtà così come un progetto sulla carta diventerà luogo di vita per gli uomini che lo abiteranno.
Ci piace lasciarvi con una frase del grande architetto americano Frank Lloyd Wright: “L’uomo dà una mano alla creazione ogni volta che pone un edificio sulla terra, sotto il sole”.
Che possiate essere questi uomini. In bocca al lupo, ragazzi!