Il gigantismo, i monumenti, le statue, i palazzi immensi sin dai tempi degli antichi romani dimostravano il raggiunto grado di potere, la dimostrazione della forza dell’impero. Un pazzo fanatico come Hitler che viveva nei sogni di raggiungere quella stessa potenza, aveva lo stesso desiderio, è normale. Questo aspetto della follia dell’assassino austriaco di nascita ma che fece fortuna in Germania viene affrontato nella mostra “Mito della Germania: visioni e crimini” che si tiene in uno dei bunker rimasti a Berlino e ha come scopo mostrare il piano segreto di Hitler, costruire dopo la vittoria che per fortuna non avvenne mai una super capitale del Terzo Reich. Doveva diventare la città più grande del mondi. Dentro edifici mostruosamente grandi, come la Sala del popolo che nel progetto doveva essere grande il doppio della basilica di San Pietro e contenere almeno 180mila persone. A progettare il tutto naturalmente l’architetto del Terzo Reich Albert Speer che tante costruzioni fece per il nazismo e che al processo di Norimberga riuscì a non essere condannato a morte.
A fare tutto il lavoro naturalmente avrebbero dovuto essere gli ebrei, almeno quelli che sarebbero sopravvissuti ai campi di sterminio che ormai ridotti in stato di schiavitù avrebbero dovuto costruire la città della pazzia hitleriana. Il luogo prescelto era ovviamente Berlino, gli stessi cittadini tedeschi sarebbero stati sfrattati nei luoghi pensati per il progetto e a trasferirsi nelle case degli ebrei. Esiste una mappa gigante con il progetto: un viale lungo otto chilometri con ai fianchi edifici giganteschi. Di tutto questo si riuscirono a costruire solo dei lampioni giganteschi lungo il viale che conduce alla porta di Brandeburgo. Alla fine però Berlino venne rasa al assolo dai bombardamenti dei russi e dalla ultima battaglia strada per strada. Una città in effetti venne ricostruita dal nulla, ma non era quella che aveva pensato Hitler.