Negli ultimi decenni, la maggior parte delle scuole ha implementato quadri di riferimento per la valutazione definiti criterion-based finalizzati a regolamentare l’attività degli insegnanti e delle scuole nella valutazione degli studenti. Una parte crescente della letteratura evidenzia come i voti degli insegnanti dovrebbero essere criterion-referenced e non norm-referenced: gli insegnanti non dovrebbero calibrare i propri giudizi sul livello della classe o della scuola, ma sulla base di quadri riferimento condivisi e sul livello medio nazionale. È in questa prospettiva che si colloca l’idea di restituire agli studenti e alle famiglie una certificazione attestante gli esiti della prova standardizzata nazionale la cui partecipazione — ricordiamo — è prerequisito necessario per accedere all’esame di Stato.
Sulla base di quanto previsto dal DM 742/2017, da quest’anno la pagella degli studenti a conclusione del primo ciclo integra, in un’apposita sezione, il modello di certificazione delle competenze di italiano, matematica e inglese riportante l’esito per livelli e in forma descrittiva dalle prove standardizzate nazionali. La certificazione è “predisposta e redatta a cura di Invalsi” ed è proprio l’area coordinata dal dirigente di ricerca Roberto Ricci, insieme alla presidente Anna Maria Ajello, al direttore Paolo Mazzoli e al dirigente Miur Damiano Previtali, a spiegare come l’Istituto di via Nievo abbia risposto alle richieste della normativa.
Del lavoro intenso di pochi mesi (il DM è del 3 ottobre 2017), il gruppo di lavoro ha illustrato logiche e ragioni sottostanti il modello. Un lavoro per niente semplice quello della definizione dei livelli, che ha dovuto destreggiarsi alla ricerca di un delicato equilibrio e un giusto compromesso tra accessibilità della descrizione e rigore scientifico, tra attenzione alle esigenze della comunità scientifica ma anche a quelle di accesso al pubblico più generale e, infine, tra un maggiore o minore numero di livelli discriminanti da proporre nella certificazione.
Da questo mese, per i più curiosi, sono visionabili i fac-simile delle certificazioni: è qui possibile accedere anche alla descrizione analitica dei livelli dove alle famiglie è invece consegnata solo la descrizione sintetica. La descrizione delle competenze è espressa su cinque livelli per italiano e matematica (più uno che rappresenta un livello pre-Livello 1) e su quattro livelli per inglese (più il livello pre-A1). Con la pagella, ogni studente e relativa famiglia si vedrà consegnare un modello con la descrizione di tutti i livelli e una rispettiva crocetta provvederà a segnalare il livello attribuito nella prova svolta. Non ci sono punteggi quindi, ma solo l’attribuzione di una descrizione rispetto a cosa lo studente è verosimilmente in grado di fare e quale livello di conoscenze gli viene riconosciuto. I livelli sono stati costruiti, per italiano e per matematica, sulla base dei framework delle Indicazioni nazionali, su cui, a loro volta, poggiano i framework per la costruzione delle prove Invalsi. Le “abilità di comprensione e uso della lingua inglese” fanno riferimento al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento (Qcer) per le lingue del Consiglio d’Europa, come indicato dai traguardi di sviluppo delle competenze delle già citate Indicazioni nazionali.
Molta curiosità e alcune perplessità sono state sollevate soprattutto in merito a quanto le scuole saranno in grado di farne capire le finalità alle famiglie e relativamente a quale utilizzo si farà in futuro di queste prove: ma queste sono questioni che solo un preciso indirizzo politico potrà sciogliere.