Luca, 15 anni compiuti e un diploma di terza media conquistato con grandi sacrifici, aspetta ancora il suono della prima campanella dell’anno scolastico 2014-2015 passeggiando tra le viuzze del quartiere Cappuccini, nel centro storico popolare di Catania, dove la carne di cavallo viene arrostita per strada e l’emergenza lavoro è la norma. Con Luca, altri 5400 studenti siciliani che hanno scelto il percorso della Formazione professionale, attratti dall’idea di poter un giorno diventare cuochi, elettricisti o parrucchieri, sono di fatto in “dispersione scolastica”, anche se nessuna statistica ne parla.
Eppure il primo quadrimestre, per i più fortunati — chi ha scelto il tecnico o il liceo, o per chi s’è iscritto a un corso nel “continente” — s’è già concluso, mentre per questi oltre 5mila studenti l’attesa si profila ancora lunga. A loro non resta che bivaccare per strada o nei bar. Qualcuno ha trovato qualche lavoretto precario, altri sono stati arruolati in ben altri “lavori”.
L’assessore regionale alla Formazione, Mariella Lo Bello, subentrata nell’ultimo rimpasto della Giunta Crocetta alla studentessa-assessore Nelli Scilabra, ripete come un ritornello che “a giorni la situazione verrà sbloccata”. Mancano 14 milioni, che dovrebbero arrivare dal ministero. Una somma che servirebbe a finanziare meno della metà dei corsi. Per gli altri, la Regione attingerà ai fondi Ue (si parla di 10 milioni) del progetto Garanzia Giovani. Questa, almeno, è l’ultima idea partorita dal governo regionale. Ma l’iter burocratico per sbloccare le pratiche è lungo, la politica deve trovare il tempo di occuparsene e, intanto, gli studenti del primo anno della Formazione professionale sono lì in attesa. C’è da augurarsi che non capiti quello che è accaduto ai loro colleghi del terzo anno, che sono stati fermi per 481 giorni, un anno e 4 mesi, prima di poter tornare di nuovo, l’11 febbraio scorso, a frequentare i corsi. I loro coetanei di Torino o di Bolzano, nel frattempo, avevano già concluso le lezioni e lavoravano.
E’ questa un’altra forma, ancora più grave, della spaccatura del Paese. “Se esiste in Italia un dualismo Nord-Sud — ha scritto l’economista Roberto Cellini, commentando questi fatti — esso non è dovuto solo alla differente dotazione di infrastrutture materiali. Forse, anzi, le strutture materiali non sono l’elemento più importante nella spiegazione del dualismo. Il capitale umano è ancora più importante del capitale fisico”.
La Regione ha cercato di fare pulizia nel complicato mondo della Formazione professionale, ha portato molti libri contabili in Procura, ha ridotto gli enti, ma s’è scordata che l’anno scolastico cominciava a settembre. Dell’anno 2014. E che migliaia di ragazzi sono ancora in attesa che le lezioni comincino.