Si parlerà di acufene stamattina su Rai 3 nel programma Tutta salute: si trata di un un disturbo dell’udito per il quale è importante fare l’anamnesi, come sottolinea il prof. Aldo Messina, direttore dell’unità operativa di Audiologia del Policlinico Universitario di Palermo, intervistato recentemente da Linkiesta. Il professore spiega infatti che “è fondamentale che la storia clinica del paziente sia redatta da persona competente che conosca tutte le possibili cause di acufene. Un test accettato in tutto il mondo è il THI, che può essere utile ad individuare subito la possibile influenza della sfera neuropsichiatrica sull’acufene. Questa eventualità deve indurre l’otoneurologo a proporre una consulenza specialistica. Comunque, in base all’anamnesi si attiva un percorso diagnostico che dal punto di vista otoneurologico prevede la normale batteria di esami audiologici (audiometria, impedenzometria) e vestibolari. L’iter diagnostico può contemplare lo studio dell’apparato stomatognatico e cervicale. A seconda dei casi, l’otoneurologo può ritenere utile eseguire lo studio dei potenziali evocati uditivi (ABR) e vestibolari (VEMPs), oltre che il Video Impulse Test (VHIT) e la stabilometria con e senza svincolo occlusale. Si comprende che si tratta di una batteria otoneurologica che prevede una mentalità medica di tipo olistico. Sempre se l’iter lo richiede, si può ricorrere alla diagnostica per immagini tramite RM del distretto cranio-cervico-mandibolare (clicca qui per leggere tutto).
L’acufene è un disturbo dell’udito che incide molto sulla qualità della vita, perché può impedire lo svolgimento delle attività quotidiane. Si parlerà anche di questo delicato problema di salute nel corso della puntata di “Tutta salute“, programma di Rai3 in onda oggi, martedì 27 settembre, alle 11:10. Silvia Bencivelli, Debora Rasio e Pier Luigi Spada in studio faranno chiarezza sui sintomi per riconoscere l’acufene con il professor Giancarlo Cianfrone, direttore di Audiologia al Policlinico Umberto I di Roma. L’acufene è un disturbo caratterizzato dalla percezione di fischi, ronzii e fruscii non provenienti dall’esterno e che a volte non cessano. Da cosa sono causati? Esistono dei fattori di rischio e lo specialista farà, infatti, chiarezza nel merito, spiegando anche a che punto è la ricerca. Al momento, infatti, non ci sono sostanze in grado di generare miglioramenti significativi: la maggior parte dei trattamenti si basa su sostanze ad azione antiossidanti e su integratori che aiutano a mantenere l’omeostasi dell’orecchio interno, quindi sono indicati in particolare nelle forme di acufene indotte da un dato uditivo. Ma prima di intraprendere un percorso terapeutico bisogna seguire un approfondito processo diagnostico per identificare le condizioni patologiche alla base dell’acufene. Comunque i dati finora a disposizione hanno evidenziato l’impatto di questo disturbo, che non può essere considerato una vera e propria malattia: l’acufene interesserebbe dall’11,9% al 30,3% della popolazione generale (studio pubblicato da Hearing Research) e in particolare ha una maggiore rappresentazione nell’età avanzata.