Un esperimento, un’opera prima, un giallo-thriller. Una trama che ha come scenario non semplicemente quello della “crisi economica”, un termine che ormai vuol dire tutto e nulla. Egotis, invece, romanzo d’esordio di Paula Peggy Pernod, si spinge ancora più a fondo, focalizzandosi in modo davvero originale sul vero protagonista dei nostri tempi: il denaro. Come spiega il protagonista Alex Otis a Lisa, quando andiamo a fare acquisti non veniamo mai nemmeno lontanamente sfiorati dall’idea di guardare alla transizione merce-denaro sotto un’ottica poco convenzionale, ma assolutamente sensata:
“Forse non è chiaro che ormai la merce più ambita ha i giorni contati? Il denaro come lo intendiamo noi da centinaia di anni sarà destinato al fallimento? Rispondimi Lisa: quando vai a comprarti una bella borsa firmata pensi davvero di essere tu la cliente? Quando acquisti le tue scarpe o del cibo pensi che l’acquirente sia tu? Siamo davvero degli stolti se lo pensiamo. In realtà tu sei la venditrice, mentre colui che ti dà la merce è l’acquirente: lui ti sta comprando l’unica merce di cui tutti noi abbiamo brama. L’unica merce riconosciuta da tutti come indispensabile, imprescindibile… la moneta: il denaro Merce come ogni altra ma più ricercata… più desiderata… che noi crediamo rara e anche per questo tutti vogliono comperare. Cioè a dire, noi, comprando un bene, pensiamo, perché ce lo hanno fatto credere per anni, che lo stiamo acquistando, mentre, in realtà, lo stiamo vendendo, anzi, lo stiamo svendendo: perché il bene supremo sono i nostri soldi“.
Il protagonista della vicenda è Alex Otis, genio della finanza, ma soprattutto cervello anticonformista; ma sotto sotto, il vero protagonista di Egotis è proprio il denaro, con il suo potere onnipervasivo, con la mistificazione connessa alla sua prepotenza, con l’obnubilamento delle coscienze prodotto.
E poi una setta, a mo’ di Carboneria o di Giovine Italia, anarco-capitalisti decisi a contestare il sistema economico, prossimo al collasso e percepito come una gabbia ingannevole. Costoro sono, se valutati secondo i parametri comuni, eretici, i nuovi eretici, eredi di Giordano Bruno e di altri che vengono evocati per brevi squarci. Immaginiamo dunque il caso-limite di una produzione di banconote perfette, stampate con cliché assolutamente identici a quelli in uso ufficialmente, con materiali e colori indistinguibili dagli originali: che cosa accadrebbe? Questo è infatti quanto accade, e Alex finisce appunto nell’occhio del ciclone per questo.
L’autrice, fin dalla prima parte del racconto, lancia un duro atto d’accusa contro le leggi che regolano l’equilibrio monetario mondiale, così fragile e precario:
“Il Denaro è dozzinale e falso, creato ogni giorno da falsari che ci ingannano propinandocene la bontà. L’oligarchia tra banche centrali e ministeri del tesoro, tra acquirenti e venditori, falsifica ogni giorno il valore della merce che noi riteniamo genuina… ingenuamente! Con una tale fiducia che, al solo pensiero di perderla, i falsari non avrebbero alcuna pietà: calpesterebbero ogni diritto inalienabile dell’essere umano, in primis la libertà. (…) Oggi pezzi di carta verniciati scambiati con carta bollata, mentre domani il flusso sarà invertito: cambiali contro pagherò… pagherò contro cambiali. Il tutto mantenendo un mercato per merce che tutti credono preziosa: ma se la gente cercasse di riscuotere le proprie cambiali, se volesse riavere ciò che quella carta promette… l’oro… nulla riavrebbe in cambio! Inoltre si accorgerebbe che i pagherò, i titoli di Stato, potrebbero essere rimborsati solo con altra carta, nel caso li reclamassero improvvisamente. Carta ovviamente che non ha nulla che la garantisca, come in un perfetto schema di Ponzi: solo che il malfattore non è un privato!“.
Paula Peggy Pernod conosce molto bene le leggi e la storia dell’economia, ed Egotis potrebbe davvero essere definito, sotto il velame delle avventure, a lieto fine, di Alex Otis, e di Bea, amore infantile ritrovato in età adulta, un romanzo a tesi, con robusti innesti di feuilleton. A tratti, addirittura, Alex, con le sue umili origini, il torto subito, l’ingiusta carcerazione, la ricchezza immensa accumulata, l’abilità per i travestimenti, può ricordare, lui solo contro il sistema, il Conte di Montecristo di Dumas. In alcuni punti, poi — le sue avventure in Alaska, ferito dopo un disastro aereo — la mente del lettore va non solo ad Edmond Dantès in lotta contro le ingiustizie, ma addirittura il Di Caprio di Revenant o il Liam Neeson di The Grey. In un crescendo che comincia a Pella, in Macedonia, nel 342 a.C., fino alla sciarada finale di un mondo portato sul baratro dall’avidità degli uomini, tocca al lettore districare le vicende di questo moderno Giordano Bruno. E parteggiare per lui.
–
Paula Peggy Pernod, €GOTI$, disponibile su amazon.it