“Il decreto Gelmini non funziona”; “La nuova riforma porterà la scuola italiana alla rovina”; Gli scioperi sono l’unico modo per riportare la situazione alla normalità”.
Frasi di questo genere sono da qualche tempo fin troppo sfruttate per definire una situazione che sembra riscuotere solo dissensi e disapprovazione. Tutti, docenti, studenti di scuole medie e superiori, universitari e sindacati sembrano essersi uniti in difesa della scuola italiana, contro una serie di provvedimenti che nessuno ha richiesto e, soprattutto, nessuno ha intenzione di accettare. Ma è davvero così?
Sono una studentessa di 17 anni e frequento il liceo classico a Crema. Personalmente non posso proprio dire di ritrovarmi nella fantomatica “opinione generale” sbandierata ultimamente dai media che sembra trovare tutti d’accordo.
Per quanto possa valere, trovo che il decreto Gelmini non sia altro che il tentativo di rimettere in sesto una situazione, quella della scuola italiana, obbiettivamente un po’ critica. I punti presi in considerazione non mirano, a mio parere, ad uno smantellamento dell’istituzione scolastica a favore delle casse statali, come i più pessimisti sono arrivati ad affermare, quanto piuttosto a tentare di risolvere i problemi che sempre più prepotentemente stanno emergendo nell’ambito scolastico.
Ma a prescindere dal valore più o meno accertato di tali provvedimenti, è lo sciopero il modo migliore di affrontare una situazione di questo tipo? Davanti a una proposta non condivisa, da che mondo e mondo si risponde con una proposta migliore. Decidere di legalizzare la “bigiata” scolastica (da noi si dice così) non mi sembra il modo più ragionevole di risolvere la faccenda. Anche perché, alla fine, non siamo già abbastanza indietro nelle classifiche europee? A chi pensiamo di fare un dispetto, al Ministro dell’Istruzione? Suvvia, non facciamo ridere.
Io non sciopero perchè sono sicura che, se condividessi le ragioni delle proteste, non sarebbe funzionale al mio obbiettivo, e non mi renderebbe minimamente appagata o soddisfatta che sia. Caso mai lo sciopero è funzionale alla popolarità dei sindacati, che con la riforma hanno tutto da perdere in quanto a numero di tesserati. Ma, in definitiva, questa non è altro che la modesta opinione di una diciassettenne.
Anna Doglio, Liceo Classico “A. Racchetti”, Crema