L’isola di Samoa perde un giorno. Succederà per un anno solo, questo 2011, ma la confusione che si sta scatenando è molta. Da ultimo paese del mondo a vedere il tramonto, a primo a vedere l’alba.
Se vi siete mai chiesti perché esistono i fusi orari, la risposta è: economia. Un motivo commerciale dietro l’idea di dare orari a tutte le zone del mondo, decidendo che quando a Milano sono le sei di sera, a New York ad esempio è mezzogiorno. Poi naturalmente ci si mette anche l’ora legale e bisogna rifare il conteggio. I fusi orari furono decisi a fine ottocento proprio dagli americani, esattamente nel 1883, per regolare gli affari commerciali allora in grandissima espansione. Essendo ormai un Paese unico che collegava un enorme territorio con due coste ai lati opposti, i viaggiatori che si muovevano in treno dalla costa est a quella ovest avevano bisogno di “darsi una regolata” con gli orari. Fu proprio un ingegnere ferroviario a trovare la soluzione, Sanford Fleming. Nel 1884 venne infatti convocata una conferenza a Washington, denominata “International Meridian Conference. I venticinque paesi partecipanti definirono zone e fusi orari, arretrando dal meridiano zero, quello di Greenwich in Inghilterra. Verso ovest l’ora andava diminuita, verso est andava aumentata. E Samoa dove si trova?
Samoa è un piccolo arcipelago del Pacifico meridionale poco distante dalla costa sud est dell’Australia. E’ una monarchia costituzionale (anche se bizzarra: il nuovo re viene eletto ogni cinque anni dal Parlamento) indipendente dal 1962. Proprio la sua posizione geografica rende questo arcipelago unico: è l’ultimo paese del pianeta a veder tramontare il sole, cosa che oltre alle bellezze naturali porta qui ogni anno molti turisti.
Ma nel 2011 Samoa diventerà invece il primo paese del mondo a vedere l’alba. Il governo infatti ha deciso di cambiare fuso orario, in pratica facendo ciò Samoa vivrà quest’anno un giorno in meno. Si farà un salto in avanti di 24 ore: il 29 dicembre Samoa si adegua al fuso orario della Nuova Zelanda e si troverà automaticamente già al 31. Un giorno di vita in meno per tutti, il 30 dicembre 2011. Non esiste infatti alcuna legge internazionale vigente che obblighi alcun paese al mondo a osservare un fuso orario invece che un altro. Le ragioni di tutto questo caos che già ha fatto infuriare chi compie gli anni il 28 dicembre? Economiche, naturalmente, come per ogni fuso orario che si rispetti.
Samoa non è nuova a queste bizzarre interpretazioni. Qualche tempo fa, esattamente nel settembre 2009, il governo decise di cambiare la guida, spostando il senso di marcia dalla destra alla sinistra per adeguarsi al sistema australiano e neozelandese, i paesi con cui intrattiene le maggiori relazioni economiche. Anche quella volta gli isolani si infuriarono, anche perché dovettero cambiare sistema di guida e perché gli unici mezzi pubblici dell’isola, 18 in tutto, non potevano certo cambiare sistema di guida. Adesso il fuso orario: un motivo sempre economico. L’attuale fuso orario fa infatti perdere due giorni lavorativi con Australia e Nuova Zelanda e altri stati insulari vicini. Mentre favorisce il commercio con Stati Uniti e Europa. “Nel fare affari con la Nuova Zelanda e l’Australia perdiamo due giorni lavorativi ogni settimana”, ha spiegato Tuilaepa Sailele Malielegaoi, il primo ministro dell’isola, che ha proseguito: “ Quando qui è venerdì, in Nuova Zelanda è sabato e quando noi siamo a messa la domenica, loro stanno già facendo affari a Sydney e Brisbane”.