Arriva dal Regno Unito l’allarme per la diffusione di infezioni causate dai “batteri resistenti agli antibiotici”, che in caso di epidemia potrebbero costare la vita a 80mila persone. Sono le previsioni di un rapporto pubblicato il mese scorso, il National Risk Register of Civil Emergencies. C’è quindi la necessità di sviluppare nuovi antibiotici, è l’allarme lanciato dal rapporto. «Buona parte della medicina moderna – si legge nel documento – come il trapianto d’organi o alcune cure per il cancro, potrebbe diventare meno sicura a causa del rischio di infezioni. Inoltre senza cure efficaci l’influenza pandemica diventerebbe molto seria». Intanto Sally Davies, responsabile medico del Dipartimento della Salute per l’Inghilterra, avverte: «Il mondo non può permettersi di non agire sul preoccupante aumento della resistenza a medicine antibiotiche e antimicrobiche al quale stiamo assistendo – dichiarava nel 2013 – Nel Regno Unito prendiamo la questione molto seriamente, ma non possiamo seriamente affrontarla senza un’azione internazionale coordinata. Ed è per questo che lavoriamo per aumentarne la priorità nell’agenda politica globale: se non agiamo, tra 20 anni potremmo ritrovarci nel XIX secolo, quando le infezioni ci uccidevano dopo operazioni di routine». (Serena Marotta)