L’adolescenza è uno dei momenti più delicati per la crescita dell’individuo, quella in cui un bambino si trasforma lentamente in un adulto. La professoressa di scienze cognitive all’Institute of cognitive neuroscience di Londra, Sarah-Jayne Blakemore, studia proprio questa età problematica tra la ricerca di gruppi di riferimento e il desiderio di nuove esperienze. Come riporta Danilo Di Diodoro sul Corriere.it, fra gli strumenti di studio usati dalla Blakemore e i suoi collaboratori c’è anche la Risonanza magnetica, strumento attraverso il quale gli scienziati sono in grado di “fotografare” i cambiamenti del cervello. Quello degli adolescenti è assolutamente unico, diverso sia da quello dei bambini che da quello degli adulti. Il cervello degli adolescenti è molto portato per l’apprendimento, come descritto dalla professoressa in una recente intervista al The Telegraph: “L’adolescenza è il periodo peggiore per soffocare la loro creatività. Gli adolescenti sono capaci di fare cose straordinarie, eppure le scuole non sono cambiate tanto da 400 anni a questa parte. Più imparo su quanto il cervello dei teenager sia plastico e pronto a modificarsi, più mi domando se stiamo fornendo loro il giusto ambiente di apprendimento”. La professoressa arriva teorizzare che gli adolescenti potrebbero progettare le “scuole” per loro stessi, puntando sull’apprendimento tra pari, con orari di studio più adatti al loro ritmo sonno-veglia, aule con spazi aperti, piani di studio individualizzati.
Oltre allo straordinario sviluppo dell’intelligenza creativa, un’altra cosa che avviene durante l’adolescenza è il “rimodellamento” completo del cervello. In questa fase c’è il picco massimo dello sviluppo della materia grigia e comincia il fenomeno del “pruning”, ovvero della potatura di una grande quantità di sinapsi, i punti di contatto tra i neuroni: si tratta di veri e propri svincoli di informazioni dell’intera rete cerebrale che vengono “potati” per migliorarne l’efficenza, sfoltendo quello che non serve e creando nuove vie per rafforzare quelle più importanti. Mentre gli adolescenti iniziano ad affrontare i problemi più complessi, il taglio coinvolge prima di tutto la corteccia prefrontale, che si occupa del controllo del comportamento, e la corteccia media prefrontale che invece controlla le decisioni sociali e i rapporti con gli altri. Diventa inoltre molto attiva la parte chiamata “sistema limbico”, che governa le emozioni e gli affetti dalla parte profonda del cervello. Così i giovani iniziano improvvisamente a preoccuparsi del parere degli amici e cercano di smarcarsi dai genitori, pronti a vivere grandi rischi lontani dall’ambiente famigliare. Hanno bisogno di esplorare l’ambiente, come spiega la professoressa Blakemore: “Devono aprirsi verso l’esterno e affiliarsi a un gruppo sociale perché è il momento di diventare indipendenti dalla famiglia. Io non ho consigli magici da dare ai genitori, ma quando provo a spiegare loro le ricerche che faccio sul cervello degli adolescenti, molte volte mi dicono che è almeno importante sapere che cosa sta succedendo lì dentro”.