Un team di studiosi cinesi ha modificato il Dna degli embrioni per curare l’anemia mediterranea. Ma dalla comunità scientifica arriva l’appello di fermarsi. Lo studio ha infatti sollevato pesanti dubbi etici, giudicandolo “prematuro”. Si chiama Crispr/Cas9 ed è una tecnica guidata da Huang Junjiu, professore associato di biologia della università “Sun Yat-Sen” di Guangzhou. Lo scopo è quello di correggere un gene responsabile della beta-talassemia, una malattia del sangue molto diffusa sia in Cina meridionale sia in Italia. Il team ha agito su 86 embrioni umani, che non erano utilizzabili per generare vite, e il risultato ottenuto è andato a buon fine in 28 casi, circa il 30 per cento degli embrioni. Tuttavia la tecnologia Crispr/Cas9 non è riuscita spesso a colpire il gene interessato, con la conseguenza che il gene modificato presentava delle mutazioni dopo il trattamento. Si tratta di mutazioni pericolose che se dovessero verificarsi su embrioni destinati alla vita, potrebbero produrre nuove malattie che si trasferirebbero di generazione in generazione. Di qui l’appello a fermare la ricerca. La rivista “Nature e Science” si è opposta alla pubblicazione della ricerca, così la richiesta di pubblicazione da parte del professore è stata fatta alla pubblicazione “Protein&Cell”. E dopo la pubblicazione, l’alleanza per la medicina rigenerativa, si è adoperata per bloccare tutto: “Date le implicazioni relative alla sicurezza e all’etica nel modificare il dna delle cellule riproduttive, questa ricerca è ampiamente prematura. E’ inaccettabile continuare questo tipo di ricerca ora. Facciamo appello per una moratoria globale mondiale su questo tipo di ricerca, per consentire discussioni legali rigorose e trasparenti, discussioni politiche e un dibattito pubblico che riguardi la scienza, la sicurezza e l’etica delle modifiche all’embrione umano”. Ne parla il quotidiano “La Repubblica”. (Serena Marotta)