Caro direttore,
l’attentato al giornale satirico di Parigi Charlie Hebdo ha riproposto l’esigenza di sapersi orientare nel giudizio. Siamo presi da forti emozioni, e finiamo con il dare un grandissimo peso a un’azione violenta e disperata, senza possibilità di vittoria, ma che trova nel nostro modo di reagire la sua vera finalità corruttiva.
Non si può accettare la critica di Salvini al Papa perché dialoga con l’islam: questo è dare ai terroristi una platea immensa, equivalente a tutto il mondo islamico, e accettare al tempo stesso di essere rinchiusi nella cultura della paura e nel rifiuto dell’accoglienza dei migranti.
L’essere più deboli giustifica il metodo del terrorismo contro i più forti? Questa la domanda che mi interroga. Fra i laicisti moderni c’è questo dubbio pericoloso, cioè che dobbiamo accogliere senza controlli, mettere sullo stesso piano le religioni, fino ad accettare questa forma di lotta e questo per non diventare reazionari. Questo buonismo perde di vista le fondamenta della vita politica internazionale: infatti l’Europa non svolge il suo ruolo, mentre gli Usa pretendono di avere l’egemonia sul mondo. Ma ancora più significativo è che succede di continuo all’Onu, dove non si prende posizione su quanto sta accadendo nella comunità mondiale.
Io credo che sia giunto il momento di proporre una carta dei diritti umani universali, distinguendola dal sistema dei valori occidentali o propri della modernità.
1. la tua opinione ha diritto di essere espressa anche se io ho una opinione completamente diversa; 2. la minoranza deve avere la sua rappresentanza, ma le decisioni si prendono a maggioranza; 3. le leggi di ogni paese devono delimitare la violenza; 4. la religione e la politica sono ambiti diversi e l’autonomia dello Stato è un principio che precede la democrazia; 5. donne, bambini, anziani hanno diritto all’eguaglianza di cura e protezione, nel fondamentale principio della irriducibilità della persona; 6. i principi religiosi non possono essere obbligatori, si rispecchiano nelle leggi nazionali a seconda della sensibilità della maggioranza, ma mai diventando esclusione della libertà religiosa.
Quello che ho tracciato sono principi umani elementari, che nessuna cultura può rifiutare; esiste poi il progredire delle forme di convivenza. Queste caratterizzano gli sviluppi contemporanei e le diversità di modelli di vita: la libertà di stampa caratterizza l’occidente; la difesa della vita è il grande richiamo della cultura cattolica; il rifiuto della pena di morte è un avanzato principio di civiltà; l’accoglienza dello straniero è un compimento maturo dell’umanesimo; il rispetto della donna e la libertà dei costumi è una moralità maturata nella libertà democratica; iIl relativismo ha nell’illuminismo una sua ragione, per esempio nella ricerca e nell’arte, che riaprono il conosciuto e si spingono all’innovazione continua.
Nella diversità delle culture si colloca la questione dell’islam e la sua minoranza estremista. L’islam ha bisogno di confrontarsi con le altre culture e arrivare al cambiamento di alcune sue letture tradizionaliste del corano. Questo è un problema che si affronta con il dialogo.
Ma torniamo ora al terrorismo. La guerriglia precede il terrorismo, essa è la forma di lotta usata da minoranze, come ne fanno uso i palestinesi in Israele. Questo non è terrorismo. Storicamente il terrorismo è stato nobilitato dagli attentati anarchici contro i governanti, parte dal presupposto che il mondo sia nelle mani del super-potere e che la lotta è necessariamente globale. Il terrorismo ideologico, rosso o nero, va oltre l’anarchia, perché professa la creazione di un potere autoritario, e per questo assegna la verità a minoranze che sanno quale sia il giusto per tutti. Questo terrorismo in Italia ha sparso sangue per vent’anni, per tutti gli anni 70 e 80. Con le infiltrazioni dei servizi segreti si è poi finiti con il teorizzare che le stragi erano di Stato.
Fa parte di questo pensiero insinuare che fosse un potere oscuro a fare da regista delle azioni terroristiche, come si è detto dopo l’attacco del 2001 alle Torri gemelle negli Stati Uniti. Ultima propaggine di questa cultura è il M5S, con Grillo che a proposito degli attacchi di Parigi ha detto che bisogna vedere “chi c’è dietro” (lo stesso Grillo che sostiene che bisogna riconoscere il califfato come nazione).
Dalle Torri gemelle ad oggi ci sono stati cambiamenti della strategia del terrorismo islamico. L’integralismo religioso ha raggiunto lo scopo di governare sue particelle che vivono un’altra civiltà, allo scopo di distruggerla. Così facendo, la considerano, in negativo, modello di vita. I musulmani non integralisti invece, come ha detto il presidente dell’Egitto Al Sisi parlando all’Università di Al Azhar del Cairo, cercano di interpretare il Corano e con esso la civiltà contemporanea.
Sono molti, più di quanto potevamo immaginare, gli europei convertiti all’islam che si sono recati numerosi nel medio oriente, Iraq e Siria, per sostenere il califfato, una societas che distribuisce morte. Dentro il cerchio della morte ci vogliono convincere che vivono felici, nella solidarietà fraterna e nella vita semplice della tradizione, ma non è così: nei vari luoghi dove ha conquistato il territorio e il potere, l’integralismo islamico precipita, i valori dell’islam degenerano, si ruba, si stupra, si beve alcool. Qui la loro stessa dimensione religiosa si corrompe, per la semplice ragione che quello che vogliono è il potere.
Gli americani hanno fatto di tutto per sconfiggere le forme di potere laico nel mondo arabo, credendo che fosse più garante della normalità il potere degli islamisti. Questo errore di valutazione degli americani ha portato al caos in Iraq e in Libia, in Egitto aveva portato al potere i Fratelli musulmani che hanno violentato la vita civile egiziana. Oggi c’è da sperare che tengano Tunisia, Marocco, Algeria, e soprattutto la Turchia.
Tutte queste speranze sono consegnate all’Europa: è l’Europa che deve superare l’errore degli americani, è in Europa che deve prendere corpo la nuova carta dei diritti umani come l’ho tracciata prima. Sol a queste condizioni si possono sostenere i laici nei paesi a forte presenza musulmana.
Tornando al terrorismo, sappiamo che non vince e non può vincere, perché è una forma degenerativa della convivenza umana. A noi deve rimanere il convincimento che la democrazia, la libertà, il rispetto della vita, sono le forme irrinunciabili dell’umanesimo. Il nostro compito è riportare nella cultura europea l’evidenza delle radici cristiane dell’Europa. Fermi in questo, manifestiamo la pace del nostro animo, contrastiamo i terroristi e mostriamo che non è vero che l’Europa sta cedendo alla sottomissione.