Una scia di fumo all’orizzonte, ben visibile a occhio nudo, poi le violente esplosioni causate dalle onde d’urto. Una pioggia di meteoriti, attraversando gli strati inferiori dell’atmosfera, ha provocato oltre 400 feriti nella regione di Cheliabynsk, in Russia, dove molte finestre sono improvvisamente esplose. “Secondo le prime informazioni, 400 persone hanno fatto ricorso all’assistenza medica, la maggioranza a causa di tagli causati dai cristalli, e tre dei feriti sono gravi”, ha spiegato un portavoce delle autorità locali. La Protezione Civile ha inviato sul posto 20mila uomini, mentre in via precauzionale tutte le scuole della regione sono state chiuse. Il fenomeno è stato registrato anche a Tyumen, Kurgan, nella regione di Sverdlovsk, e nel Kazakhstan settentrionale. Abbiamo chiesto ulteriori spiegazioni a Enrico Flamini, responsabile scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Cosa può dirci riguardo l’episodio?
Le notizie su quanto accaduto sono ancora frammentarie, ma da quanto si è potuto appurare fino a questo momento sembra che nessun meteorite sia arrivato effettivamente a terra. Con ogni probabilità, quindi, abbiamo assistito a schegge di meteoriti, o di qualche materiale cometario, esplose nella bassa atmosfera. Sono state le onde d’urto a causare i danni registrati in Russia.
Le onde d’urto possono giungere fino a terra con quella potenza?
Non dimentichiamo che un meteorite entra nell’atmosfera con una velocità di circa 10-20 chilometri al secondo, il che conferisce a un oggetto anche di pochi grammi un’energia enorme. Le cosiddette stelle cadenti che normalmente vediamo non sono altro che meteore che bruciano nell’atmosfera molto alta e che quindi non provocano nessuna conseguenza a terra.
Se invece i frammenti sono più grandi possono raggiungere la parte più bassa dell’atmosfera?
Esatto. Se l’oggetto arriva a pesare 100-200 grammi o anche qualche chilo, allora può arrivare più in basso nell’atmosfera e quindi esplodere più vicino alla Terra. Se poi i frammenti sono ancora più grandi, possono arrivare direttamente a Terra creando i cosiddetti crateri. Quest’ultima possibilità è certamente molto rara, però oggetti più piccoli attraversano l’atmosfera terrestre in continuazione, anche se difficilmente coinvolgono zone abitate.
Come mai?
Le zone abitate si trovano ovviamente sui continenti, quindi su un terzo della Terra, ma solo una piccola parte di questa è abitata, quindi la probabilità che avvengano incidenti di questo tipo è decisamente bassa. Eventi del genere potrebbero verificarsi anche in Italia ma, in rapporto alla grandezza complessiva della Terra, le probabilità sono veramente minime.
Non c’è un modo prevedere l’arrivo di questi oggetti e le conseguenze che ne derivano?
E’ noto che quando un oggetto che cammina a ipervelocità entra nell’atmosfera, accadono una serie di fenomeni: l’aumento della temperatura interna, un’onda d’urto che si propaga all’interno dell’oggetto stesso e che lo fa esplodere e la conseguente onda d’urto verso l’esterno. La scia luminosa che solitamente vediamo, invece, è generata dalla ionizzazione dell’aria e del materiale. Quello che purtroppo ancora non sappiamo è il momento in cui questi eventi si verificano, soprattutto se si tratta di oggetti molto piccoli. Diverso è invece per gli oggetti più grandi, come gli asteroidi, che invece sono stati ampiamente studiati.
Prima o poi sarà possibile tenere d’occhio anche gli oggetti più piccoli che entrano nell’atmosfera?
E’ sicuramente molto importante riuscire a studiare anche i frammenti i più piccoli, soprattutto per riuscire a prevedere dove andranno a esplodere. Attualmente si sta facendo molto a riguardo e, attraverso nuove tecniche e strumentazioni, presto sarà possibile saperne molto di più.
(Claudio Perlini)