La gara disputata all’Istanbul Park, in Turchia, ha visto trionfare nuovamente Jenson Button al volante della Brawn Gp. Ora il pilota inglese, vincitore di sei gare su sette, comanda la classifica con 61 punti, 26 di vantaggio sul compagno di scuderia Barrichello e 32 su Sebastian Vettel della Red Bull. Il mondiale, quindi, teoricamente, quando mancano ancora 10 gare da disputare, è ancora aperto. Ma la vittoria di Button in Turchia ha messo in evidenza alcune questioni fondamentali:
La concorrenza che non c’è
Ferrari, Renault, Mclaren e BMW navigano in cattive acque, spesso arrancando in fondo al gruppo (vedi McLaren) e mai vicine ad impensierire la padrona indiscussa, fino ad ora, del campionato, la Brawn GP. Toyota e Williams, pur facendo vedere cose egregie in qualifica, in gara sono incostanti, alternando buone prestazioni (vedi i podi di Trulli), a risultati deludenti (vedi sempre Trulli a Montecarlo). Da loro, al massimo, ci si può aspettare qualche acuto isolato, ma nulla più. Il divario tecnico con la Brawn GP è tale che pensare di colmarlo nel giro di poco tempo, appare impresa disperata.
La speranza Vettel si è liquefatta al caldo di Istanbul
Sebastian Vettel, con la sua Red Bull, sembrava l’unico a poter contrastare lo strapotere della ex Honda, ma l’ennesimo errore commesso all’inizio del Granpremio di Turchia, dopo quelli in Australia e Montecarlo, ci hanno mostrato un pilota dal talento sacrosanto ma ancora giovane ed inesperto. Inoltre, dopo essere stato passato dalla Brawn GP di Button, pur cercando in tutti i modi di rimediare all’errore, i tempi sul giro hanno evidenziato che la macchina della neonata scuderia inglese è ancora davanti alla Red Bull.
Un Button quasi perfetto con Barrichello a far da scudiero
Barrichello, eterna seconda guida, non ci pare abbia i numeri per poter infastidire il pilota britannico, a cui bisogna dare il merito di aver gestito da vero campione una macchina vincente, lasciando poco spazio a errori e sbavature tali da poter incoraggiare la concorrenza, comunque inconsistente. Semmai bisogna dare il merito al pilota brasiliano compagno di scuderia di Button, di avere, fino ad ora, svolto un eccellente ruolo di gregario. Insomma, dopo sette gare, il mondiale pare già segnato, targato indiscutibilmente Brawn GP.
Con il mondiale 2009 quasi da archiviare, tiene banco la lotta FIA-FOTA
Ora, ma ne avremmo fatto volentieri a meno, l’interesse di questa Formula 1 sembra essere legato solo alla guerra FIA-FOTA: l’estenuante braccio di ferro tra la Federazione e l’associazione dei costruttori continua, mostrando come alle parole che vorrebbero una mediazione che ricomponga le divergenze, si susseguano fatti che vanno dalla parte opposta. Per ora accontentiamoci dei record di Button.