Caro direttore,
il 47% degli studenti ammetterebbe di essere influenzato dai genitori nella scelta universitaria, è quanto emerge da una ricerca dell’associazione “Donne e qualità della vita”. Per il resto, i criteri che ispirano la scelta sarebbero così ripartiti: “Al primo posto ci sono le attitudini culturali dello studente (31%), al secondo posto i risultati scolastici conseguiti al liceo nelle differenti materie (19%), al terzo l’esempio di un familiare, fratello o zio (17%), al quarto posto influenzerebbe la scelta l’offerta logistica e il modus vivendi che si trova nella città sede dell’università prescelta (15%), al quinto posto il valore del quadro docenti dell’università di destinazione (8%); tra le ultime voci la curiosa indicazione che sarebbe la casualità a determinare la scelta finale (5%)”.
Questa è la fotografia della scelta che i maturati starebbero per compiere e che evidenzia un preoccupante status di omologazione al pensiero comune. Se così fosse sarebbe il preoccupante segnale di un adattamento alle logiche dominanti, come a dire che ogni studente corre al riparo, badando semplicemente a sopravvivere. Ci si chiede se di fronte a una simile resa ai luoghi comuni vi sia ancora lo spazio e il tempo per riscattarsi, per reimpostare la propria scelta. E’ certo che lo si possa fare, è certo che si possa ribaltare la situazione, che anche sul filo di lana si possa accelerare e con un colpo di reni tagliare vincenti il traguardo. In che cosa consiste questo colpo di reni? Semplicemente la decisione di essere protagonisti della scelta! Come fare per diventare protagonisti? Bisogna considerare tutti i fattori e fare una sintesi cogliendo quello che valorizzi la propria umanità. E dei fattori da tenere in adeguata considerazione ci sono:
Ciò che interessa, le preferenze che sono cresciute in anni e anni di lavoro e che possono essere identificate dentro la propria sensibilità.
Le attitudini personali di cui si è diventati consapevoli dentro il percorso scolastico, anche grazie allo sguardo degli insegnanti.
Il bisogno che ha il mondo, con le urgenze tipiche del mondo in cui viviamo.
Questi tre fattori sono quelli che ogni studente o ogni studentessa deve considerare come i criteri alla base di ogni scelta, saperli assumere tutti e tre è segno di maturità da una parte, e dall’altra è la strada per trovare ciò che valorizzi realmente il singolo.
Solo così uno studente o studentessa diventa maturo, perché sceglie ciò che compie la sua personalità, quella strada che tiene presente sia il valore del singolo sia l’urgenza che ha la realtà. E la sintesi è proprio la capacità di saper mettere insieme quanto valga una persona e come possa servire il bisogno del mondo. C’è una ultima chiamata, bisogna saper rispondere, al posto di seguire i luoghi comuni si può finalmente diventare responsabili della propria scelta personale, finalmente vivere da protagonisti.