L’infedeltà fa male alla salute fisica e mentale. Chi è stato tradito lo sapeva già, ma ora arriva la conferma dalla scienza. Secondo uno studio le persone “cornificate” si predispongono a comportamenti rischiosi: ad esempio, si addossano colpe per le azioni del partner. Pensieri e atteggiamenti che potrebbero far sorgere problemi mentali. Lo studio, pubblicato dal Journal of Social and Personal Relationships, è stato condotto dall’Università del Nevada su 232 liceali impegnati in una relazione da quasi due anni e traditi nei tre mesi precedenti. L’obiettivo dello studio era quello di scoprire l’influenza che ha l’infedeltà sui loro comportamenti e sulla loro salute mentale. «Volevamo capire se la percezione della colpa avesse un ruolo nei disturbi psicologici e nei comportamenti rischiosi per la salute», ha dichiarato Rosie Shrout, autrice dello studio.
Chi è stato tradito ha ammesso di aver avuto problemi di depressione e di aver cominciato ad avere pessime abitudini: dal non mangiare (45%) all’esagerare con l’alcol (44%). Uno degli effetti collaterali è il sesso da ubriachi o non protetto (uno su quattro) e il ricorso alla marijuana (19%). Il senso di colpa e l’attribuzione causale hanno effetti indiretti sui comportamenti che compromettono la salute attraverso problemi psicologici come depressione, ansia e sofferenza. Cambia la concezione del tradimento e l’abilità a fidarsi. I ricercatori non sono sicuri delle motivazioni, ma un basso livello di autostima potrebbe portare a comportamenti rischiosi e a vendicarsi del partner.
«Chi viene tradito prova disagi emotivi e psicologici, quindi volevamo capire se potessero portare a comportamenti rischiosi per la salute, come sesso non protetto, uso di droghe e alcol, disturbi da alimentazione incontrollata o digiuni», ha aggiunto Shrout. A soffrire di più per l’infedeltà del partner sono le donne, forse perché danno maggiore importanza alla relazione come fonte di identità. In pochi comunque fanno retromarcia: solo un intervistato su sette decide, infatti, di tornare con il fedifrago. Va precisato, però, che lo studio è stato condotto su ventenni, quindi i risultati potrebbero cambiare se venissero sottoposte persone più grandi.