Protagonista del primo grande spettacolo del Meeting è la Straniera. Niente a che vedere con gli immigrati clandestini, le impronte ai bambini rom o la società multietnica. Quella di cui parla Eliot nei suoi Cori da «La Rocca» è una estraneità ben più radicale. Quella di Colei che dice cose troppo scomode: la Straniera, infatti, rammenta agli uomini «la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare. È gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri. Ricorda loro il Male e il Peccato, e altri fatti spiacevoli». La Straniera, la Rocca, è la Chiesa; essa parla all’uomo delle domande fondamentali sulla sua origine e sul suo destino (la vita e la morte), e della impossibilità di rispondersi da sé (male e peccato). Proprio per questo «in tempo di prosperità il popolo dimenticherà il Tempio, e in tempo di avversità gli sarà contro».
Era il 1934 quando Eliot scriveva questi potenti versi. L’occasione è stata l’inaugurazione di una nuova chiesa alla periferie di Londra. Ma che senso ha, nella città «preda del tempo», costruire una casa per l’eterno? Il comune buon senso farebbe concludere che «gli uomini non hanno bisogno della Chiesa»; sono troppo intenti negli affari o paghi del divertimento o invischiati nelle loro costruzioni ideologiche o, più semplicemente, distratti. Eppure proprio lì, tra le case degli uomini che se ne disinteressano, la Straniera vuole e deve essere presente con le sue scomode domande, col suo disincantato realismo, con la sua proposta di liberazione.
E vuole essere presente proprio ora, proprio nell’oggi in cui «gli uomini hanno abbandonato Dio non per altri dei, dicono, ma per nessun dio». In realtà la Straniera ha capito che essi «hanno dimenticato tutti gli dei, salvo l’Usura, la Lussuria e il Potere». Perciò proprio in questa «età che avanza all’indietro, progressivamente», la Chiesa, instancabilmente, non cessa di proporsi come segno di contraddizione e di speranza.
Essa sa bene di essere circondata «da serpenti e da cani: per cui qualcuno deve stare all’opera, e altri tenere le lance». E sa altrettanto bene che i suoi figli sono «bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima»; per cui legittimamente si chiede: «è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?». Ma il limite non la ferma; i cristiani sono «sempre in lotta; spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un’altra via». Per questa fedeltà tenace anch’essi saranno sempre stranieri: senza patria.