Tra meno di due mesi la cattedrale di Leicester sarà protagonista di un’importante cerimonia: la sepoltura di Riccardo III, l’ultimo dei Plantageneti.
I suoi resti, rinvenuti nell’agosto 2012 sotto un parcheggio, furono sottoposti ad analisi capillari che ne ricostruirono il volto, l’aspetto fisico (dopotutto, soffriva davvero di una seria forma di scoliosi!), la dieta, le abitudini; ora potrà finalmente riposare in pace. Il feretro sarà dapprima esposto in cattedrale per quattro giorni: poi, il 26 marzo, la solenne sepoltura celebrata con un rito interreligioso. A partire dal 28, il luogo sarà aperto ai visitatori.
E fu subito polemica. Prima di tutto, chi ha detto che l’ultimo re della Casa di York non debba essere sepolto nella sua città, York appunto? Ne seguì una diatriba legale, ma alla fine Leicester, vicina al luogo in cui fu ucciso, la spuntò. Il nemico che lo spacciò, il futuro Enrico VII, dovrebbe esserne contento.
Sopita quella prima discussione, ne emerse una seconda dal peso forse ancor più consistente: posto che, essendo morto nel 1485, Riccardo III era cattolico, perché seppellirlo in una chiesa anglicana celebrando un ufficio presieduto dal primate anglicano? Perché le sue spoglie non possono riposare in una chiesa cattolica e le esequie essere celebrate dal cattolico arcivescovo di Westminster (il quale, invece, non farà che concelebrare)?
In tal senso partì una consistente raccolta di firme; ma, anche qui, senza seguito alcuno. Perché, se vogliamo vedere, Riccardo ebbe già il suo funerale cattolico, pochi giorni dopo la morte, nel convento francescano che stava appunto dove ora c’è il parcheggio (e che fu poi “dissolto” e profanato da Enrico VIII durante la “dissoluzione” dei monasteri). Il servizio funebre sarà dunque una semplice cerimonia di tumulazione.
Il sito dell’Università di Leicester, che ha contribuito, oltre che a finanziare il ritrovamento, a organizzare l’iniziativa, spiega anche che
“Riccardo III regnò prima … che si verificasse la separazione di quella che oggi chiamiamo Chiesa d’Inghilterra da quella che chiamiamo Chiesa cattolica romana. Nessuna delle due denominazioni avrebbe significato nulla al suo tempo. … Tutte le chiese anglicane fondate prima del 1537 erano originariamente, come diciamo oggi, ‘cattoliche romane’ e sono piene di sepolcri originariamente cattolici romani. Dunque il fatto che Riccardo III fosse cattolico romano non dovrebbe costituire una differenza per la sua risepoltura in una bellissima chiesa medievale che è ora una cattedrale anglicana“.
Questa, però, come non hanno mancato di notare diverse testate cattoliche, è una palese sciocchezza. Certo che Riccardo III non avrebbe capito il significato di cattolico “romano”: il termine fu inventato nel Settecento da quegli inglesi illuminati che volevano trovare un termine meno offensivo di “papista”, mantenendo però il significato di “straniero”. Quindi, nel parlare comune, noi italiani siamo semplicemente cattolici, mentre gli inglesi sono “romani”. Vabbé…
Detto questo, Riccardo III sapeva esattamente cosa fosse la Chiesa cattolica e cosa fosse la supremazia papale; semplicemente, era l’unica forma di cristianesimo che conoscesse direttamente. Anzi: come ha sottolineato lo storico John Ashdown-Hill, “se Riccardo III non fosse morto, forse la Chiesa anglicana non sarebbe mai esistita”. Quindi, forse, non hanno torto quei cattolici “romani” inglesi convinti che, se potesse esprimersi, Riccardo avrebbe qualcosa da ridire su quella sepoltura in una chiesa non cattolica.
Il blog A Catholic Land ha poi sottolineato che obbligare un cattolico a subire una cerimonia anglicana era quanto si faceva nell’età elisabettiana, quando tutti dovevano andare in chiesa per legge, pena multe salatissime o peggio. Ed Elisabetta, naturalmente, era non altri che la nipote di Enrico VII, che sconfisse Riccardo a Bosworth Field. Quindi, chissà come si sbellica dalle risa, nella sua bella tomba di Westminster, il capostipite dei Tudor al vedere il suo gran nemico doppiamente vinto, doppiamente umiliato.
O no? Forse no. Perché, in fin dei conti, anche Enrico VII era cattolico. Dal punto di vista culturale e religioso egli fu dunque, paradossalmente, molto più vicino a Riccardo III che al proprio figlio, Enrico VIII, responsabile di aver distrutto la fede di tutti i suoi predecessori e di tutto il suo popolo e di aver inventato quella che è ora la debole, camaleontica, politicamente impeccabile confessione anglicana. Forse, a posteriori, il proprio figlio gli risultò addirittura più antipatico di quel nemico sconfitto. Fatto sta che, per una strana coincidenza, Enrico VIII morì proprio nel giorno del compleanno di suo padre.