Caro direttore,
Nel messaggio di Papa Francesco al Meeting di Rimini vi è un passaggio che porta a considerare quanto sia importante l’educazione perché l’emergenza uomo diventi un’esperienza. Nel messaggio del Pontefice si legge: “Ecco allora l’emergenza-uomo che il Meeting per l’Amicizia tra i Popoli pone quest’anno al centro della sua riflessione: l’urgenza di restituire l’uomo a se stesso, alla sua altissima dignità, all’unicità e preziosità di ogni esistenza umana dal concepimento fino al termine naturale. Occorre tornare a considerare la sacralità dell’uomo e nello stesso tempo dire con forza che è solo nel rapporto con Dio, cioè nella scoperta e nell’adesione alla propria vocazione, che l’uomo può raggiungere la sua vera statura. Che grande responsabilità abbiamo! Non tratteniamo per noi questo tesoro prezioso di cui tutti, consapevolmente o meno, sono alla ricerca. Andiamo con coraggio incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo, ai bambini e agli anziani, ai ‘dotti’ e alla gente senza alcuna istruzione, ai giovani e alle famiglie. Andiamo incontro a tutti, senza aspettare che siano gli altri a cercarci! Imitiamo in questo il nostro divino Maestro, che ha lasciato il suo cielo per farsi uomo ed essere vicino ad ognuno. Non solo nelle chiese e nelle parrocchie, dunque, ma in ogni ambiente portiamo il profumo dell’amore di Cristo (cfr 2 Cor 2,15). Nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, negli ospedali, nelle carceri; ma anche nelle piazze, sulle strade, nei centri sportivi e nei locali dove la gente si ritrova. Non siamo avari nel donare ciò che noi stessi abbiamo ricevuto senza alcun merito!”.
Si tratta di un passaggio decisivo da cui si evidenzia che l’educazione non sia qualcosa da aggiungere all’emergenza uomo, ma sia la strada per capirla e per viverla. Come afferma il Papa, ciò di cui un uomo vive, ciò di cui consiste in un mondo che perde tutto è da portare, da offrire, da comunicare ad ogni uomo. Ed è portandolo agli altri che un uomo capisce di più il dono che gli è stato fatto, quello di una vita che porta impressa la traccia del Suo creatore. Importante allora raccogliere la sfida di Papa Francesco.
L’educazione è la mossa che nasce e si sviluppa in chi prende sul serio l’emergenza uomo, riconoscere di aver bisogno coincide con il comunicarlo, intercettare chi risponde al proprio desiderio coincide con il donarlo agli altri, questa è l’esperienza dell’umano che il Papa coglie e a cui sollecita. Non è possibile che uno avverta il bisogno di essere cui urge il cuore senza che lo senta vivo in quelli con cui si condivide uno spazio di vita, non è possibile che la coscienza di ciò che vale sia solitaria, tutto ciò che è vero è di tutti! Per questo l’emergenza uomo implica l’educazione, come sua dimensione imprescindibile, e l’educazione non come regole o tecniche da applicare, ma come andare verso chi ha bisogno ciò di cui chi educa ha lui pure bisogno. Questo è il segreto dell’educazione, che nasce da un bisogno, che l’emergenza uomo non sia un’idea o un progetto, ma il bisogno che sorprende chi vive, chi è impegnato con la totalità dell’esistenza. È perché uno ha bisogno di qualcosa di cui vivere che educa, è perché uno sente l’importanza per sé di un ideale che lo comunica a tutti. Questo è il legame tra emergenza uomo ed educazione, che diventi esperienza ciò che l’uomo cerca per essere felice, e di esserlo per sempre.