La decisione di una detrazione fiscale pari al 19% sui prodotti editoriali acquistati era stata salutata con una festa: finalmente, si diceva, anche in Italia si cerca di promuovere la cultura con uno sconto sull’acquisto di libri (con un tetto massimo di duemila euro, mille per i libri scolastici e mille per la lettura). Poi la retromarcia del governo: la detrazione fiscale si applica solo ai negozianti, i librai, sempre al 19%. In pratica un aiutino a un settore in crisi che lascia fuori però 29 milioni di contribuenti Irpef. Un buono sconto pari a circa 19 euro poi verrà applicato agli studenti, in tre anni. Una misura che non piace a nessuno in primis gli editori che parlano di una farsa che non serve agli studenti e fa fare brutta figura ai librai. Il problema spiegano esponenti del governo, è che non c’era assolutamente la copertura finanziaria per permettersi la detrazione fiscale del 19% su un mercato di circa trenta milioni di aventi il diritto. La modifica in questione è intanto già stata approvata dalla camera e oggi verrà votata in senato. Critica l’Associazione italiana editori che definisce la “toppa messa dal governo quasi peggiore del buco”. Secondo il presidente Polillo in una dichiarazione rilasciata a Ilsole 24 ore è questa la realtà: “Una grandissima occasione persa per dare valore alla lettura. Le agevolazioni a vantaggio della cultura, anche se non è il termine esatto, saranno stoppate con una norma che non farà altro che impedire regole più utili a tutti: librai, lettori, editori” . Inoltre, aggiunge che “Questa misura sembra più un tampone dà due soldi non si sa bene a chi e per quanto tempo. Ora possono dire: i fondi sono già stati usati. Ma un conto è se avessero detto “bene, regaliamo 18 euro in tre anni agli studenti”. Un conto è aver annunciato una cosa ritirandola subito dopo”.