La morte improvvisa di Sergio Bonelli, seppur dopo malattia ha colpito non solo il mondo dei fumetti ma intere generazioni di italiani cresciute con i fumetti editi dalla sua casa editrice. Figlio dell’ideatore e creatore di Tex Willer, il fumetto più popolare d’Italia, Gian Luigi, già a fine anni Cinquanta Sergio Bonelli prendeva in mano la casa editrice omonima, pur continuando a fare lui stesso l’autore di fumetti. Dalla sua penna (si firmava Guido Nolitta come nome d’arte) sono nati personaggi altrettanto popolari di Tex come Zagor o Mister No, mentre la sua enorme capacità di individuare nuovi talenti del fumetto italiano gli ha permesso di lanciare uno dei prodotti più di successo di ogni tempo, Dylan Dog. Guido Clericetti, storico autore di fumetti e vignette umoristiche, ha ricordato per IlSussidiario.net la figura di Sergio Bonelli. “Con la sua scomparsa” ha detto Clericetti “scompare una figura con cui sono cresciute diverse generazioni di italiani, a cui erano legati in modo indissolubile ancor oggi”. Che tipo di editore era Sergio Bonelli? “Una figura di editore e autore unica. Bonelli ha sempre valorizzato la figura dell’eroe positivo, valoroso e coraggioso. Il tipo di eroe di cui Tex Willer è stato il massimo esempio, sempre portatore di valori positivi, in cui appunto l’idea di valore, di sforzo umano per combattere le ingiustizie erano i punti fondamentali”. Sergio Bonelli ha avuto anche grandi capacità imprenditoriali, ha saputo scoprire e lanciare sempre nuovi talenti del fumetto italiano: “Assolutamente sì, ma sempre privilegiando e mai dimenticando quei concetti che lui aveva fatto suoi, e cioè quelli di personaggi positivi, mai negativi, portatori del concetto di valore umano e di lotta per la giustizia”. Diverse generazioni di italiani sono cresciute con i suoi fumetti, oggi hanno ancora lo stesso impatto sulle ultime generazioni? “Purtroppo no” spiega Guido Clericetti. “Oggi i bambini non sanno neanche più chi sono i cowboy e gli indiani. Per prima cosa perché non si fanno più film con loro come protagonisti, e i vecchi film western non vengono trasmessi o non li guardano. Tex Willer era appunto la naturale estensione a fumetti di quei film. I bambini di oggi sono sottoposti alla lettura di prodotti che culturalmente non ci appartengono, che arrivano da Paesi come il Giappone, al bambino non viene neanche più regalata la pistola da cowboy ma astruse armi spaziali. La figura dello sceriffo, ad esempio, per noi imprenscindibile, il bambino di oggi non sa neanche chi sia”. P
Per Guido Clericetti però i fumetti come Tex Willer e gli altri prodotti da Sergio Bonelli hanno un valore ancora intatto. “Ho notato con i miei nipotini” spiega “che quando ho mostrato loro le mie collezioni di vecchi album a fumetti, hanno immediatamente provato interesse. Si tratta di far conoscere loro questo patrimonio perché il bambino dimostra di provare attrazione esattamente come la provavamo noi per personaggi come Tex. Dovremmo far conoscere loro quanto ha prodotto un grande editore come Sergio Bonelli perché non rimangano cose di un mondo ormai antico”.