Mentre parliamo con lui, Mauro Reguzzoni sta visionando i dati che gli arrivano dalla cima del Monte Bianco e ci fa sorridere segnalando che là le condizioni di temperatura sono ben diverse, come c’era da aspettarsi, da quelle che stiamo soffrendo qui: sul suo monitor sono indicati -4 °C. Reguzzoni è reduce da una impresa tecnica che ha condiviso con Umberto Morra Di Cella (ARPA Val D’Aosta), Gian Pietro Verza ed Elisa Vuillermoz (Ev-K2-CNR), Edoardo Reguzzoni e alcune Guide Alpine Valdostane: si tratta dell’installazione della stazione meteorologica più alta d’Europa. Il team è salito a 4700 metri di quota, sul versante italiano del Bianco, sulle rocce affioranti dalla calotta glaciale della cima, in una posizione dove nell’autunno scorso era già stato ancorato alle rocce il basamento per sostenere la stazione.
«Il progetto è nato nel 2014 – dice Reguzzoni – ma le difficili condizioni meteorologiche autunnali dello scorso anno ci hanno impedito di completare il lavoro, che si è concluso l’altro ieri. D’altra parte, una installazione di questo tipo in quella posizione richiede delle condizioni operative ottimali. In effetti, sono state sei ore di lavoro ininterrotto a quella quota e si può ben immaginare quanto sia stato impegnativo». Le operazioni di volo e di installazione sono state complesse e spettacolari: l’intera apparecchiatura è stata trasportata già premontata, appesa al gancio baricentrico dell’elicottero, dall’hangar di Courmayeur alla vetta, dove con una delicata operazione è stata agganciata al suolo.
All’origine dell’iniziativa c’è l’attività della Associazione Ev-K2-CNR, che detiene un primato unico tra le installazioni di stazioni d’alta quota: dall’Africa sul Rwenzori al Pakistan nell’area del K2, al Nepal nell’area dell’Everest dove è stato anche monitorato il clima del Colle Sud dell’Everest a 8000 metri di quota.
Quella che è stata collocata sul Monte Bianco è una stazione meteorologica che misura temperatura, umidità relativa, pressione, radiazione solare ad onda corta e lunga sia in arrivo dall’alto che riflessa dal ghiacciaio, livello neve, velocità e direzione del vento. È inoltre equipaggiata con un data logger a range esteso di temperatura fornito da Campbell Scientific e con un pluviometro Pluvio 2 della OTT fornito dalla Corrtech per la misura della precipitazione solida che verrà effettuata per la prima volta con questo strumento di avanguardia ad una quota così elevata.
«La stazione è simile a un modello HMS Meteo 3000 ma non è un prodotto standard: è una versione speciale, alla quale abbiamo lavorato parecchio perché in quelle condizioni estremamente severe va un po’ ripensato tutto. Il sistema si differenzia soprattutto nelle caratteristiche esecutive e di assemblaggio; le funzionalità generali sono comunque le stesse già sperimentate in altri sistemi del genere installati in montagna: uno in particolare quattro anni fa, a una quota più o meno simile nel Parco Nazionale del Rwenzori (Uganda), che ha affiancato altri quattro installati nello stesso Parco. Altri ne abbiamo installati sopra i 3000 metri in Valtellina e in Piemonte».
Reguzzoni ci illustra le caratteristiche speciali della stazione, che è arrivata ad alta quota dopo essere stata testata a lungo nei laboratori della Hortus. «Ha un traliccio in alluminio con dei sistemi di fissaggio realizzati appositamente in acciaio inossidabile perché è costruita per resistere a un vento che a quella quota è notevole. Abbiamo scelto dei sensori appositamente selezionati per ogni tipo di misura: quindi per vento, pressione atmosferica, radiazione solare, temperatura e umidità dell’aria. Anche tutto il sistema di alimentazione e acquisizione dati è stato realizzato appositamente, con la preoccupazione di duplicare, dove possibile le funzionalità. Quindi: il sistema di alimentazione ha due batterie e due pannelli solari svincolati tra loro; il sistema di trasmissione dati è doppio; la stazione usa la telefonia cellulare come sistema standard ma con backup di tipo satellitare così da sapere appena possibile se c’è qualche problema di funzionamento».
C’è una webcam che, grazie alla collaborazione con Umbriameteo, trasmetterà in tempo reale le immagini della vetta della montagna che saranno visibili sui siti di Umbriameteo, Ev-K2-CNR e ARPA VDA. Tramite connessione GPRS, anche i parametri meteorologici sono acquisiti in tempo reale e visibili a breve in formato grafico sui siti ARPA VDA ed Ev-K2-CNR. La stazione è anche dotata di un sistema di telemetria satellitare Iridium che permette di fare valutazioni diagnostiche e interventi sul sistema in caso di difficoltà di connessione sulle reti mobili terrestri.
La stazione opera in continuo e il suo stato di funzionamento è controllato a distanza; «ma è chiaro – osserva Reguzzoni – che installare una stazione a quella quota richiede la consapevolezza che l’impianto va seguito, va mantenuto efficiente; questo è un impegno non da poco, che comunque tutti i partner si sono presi. C’è quindi anche un piano di manutenzioni previsto e affidato principalmente all’Arpa VDA, che è già impegnata nella manutenzione di tutte le stazioni installate nella Valle, con la collaborazione delle guide alpine».
I dati raccolti, oltre alle essenziali indicazioni di tipo scientifico, forniranno preziose informazioni utili anche ai fini di migliorare la sicurezza in montagna.