L’entusiasmo degli astronomi, è proprio il caso di dirlo, in queste ore è alle stelle per la scoperta di Kepler – 452b, il cosiddetto pianeta gemello della Terra. Un pianeta che potenzialmente potrebbe ospitare nuove forme di vita. Tuttavia Kepler – 452b non è l’unico pianeta nel pianeta solare ad essere potenzialmente simile alla Terra. Infatti, sempre utilizzando il telescopio Kepler, negli ultimi anni sono stati diversi i pianeti individuati ed aventi delle zone rocciose che lasciano pensare alla possibilità di essere abitati.
In queste ore si sta gridando da più parti alla scoperta epocale con il pianeta definito gemello della Terra. Ma è veramente così? In realtà la Terra e Kepler – 452b si assomigliano ma non così tanto come si crede. Infatti, Kepler – 452b è abbastanza più grande della Terra (circa 1,6 volte) ed inoltre orbita attorno ad una stella (Kepler 452) che è similare al nostro Sole però più vecchia e più luminosa. Infine, il pianeta gemello è posizionato dal proprio ‘Sole’ ad una distanza leggermente maggiormente e l’orbita su cui si muove è più lunga per un anno che dovrebbe essere formato da 385 giorni.
Dopo aver annunciato la scoperta di Kepler 452, il pianeta simile alla Terra individuato nella costellazione del Cigno a 1400 anni luce di distanza, su YouTube è stato diffuso un video (clicca qui per vedere) che spiega le caratteristiche del pianeta e della missione Kepler. A pubblicarlo è stato l’Ames Research Center (ARC), uno dei dieci maggiori centri della National Aeronautics and Space Administration (NASA) negli Stati Uniti. Tra tutti i pianeta extrasolari, Kepler 452 è senza dubbio quello con le caratteristiche più simili alla Terra ma non è ancora chiaro se ci sia effettivamente vita. Per adesso è stata solamente annunciata la sua esistenza, ma serviranno altri studi e altre missioni per capirne l’atmosfera ed eventualmente per esplorarlo.
Dopo l’annuncio da parte della della scoperta di Kepler-452b, definito pianeta “gemello della Terra”, da più parti inizia ad alzarsi un coro di scetticismo attorno alla scoperta, che se confermata avrebbe del rivoluzionario. I detrattori sottolineano come per quante possano essere le analogie di Kepler con la Terra, sono ancora troppi i punti oscuri, o comunque poco chiari, per poter parlare veramente di “gemello” della Terra. Secondo quanto sollevato dai più scettici ad esempio non si conoscono nel dettaglio forza di gravità, massa, pressione e atmosfera del pianeta, tutte componenti fondamentali per poter stabilire se la vita possa essere possibile o meno sulla superficie di Kepler-452b. Da parte loro gli scettici trattano con una certa indifferenza questa scoperta, a loro detta destinanto a “sgonfiarsi” come già avvenuto per altri annunci sensazionalistici della Nasa negli anni scorsi.
L’annuncio della scoperta di Kepler-452b, pianeta gemello della Terra, fatto ieri dalla NASA, ha scaturito un fiume di reazioni tra addetti ai lavoi e non, che hanno appreso con un misto di sorpresa e curiosità, quella che potrebbe rivelarsi come una delle svolte più importanti nella storia dell’umanità. A questo proposito è tangibile l’entusiasmo nelle dichiarazioni di Alessandro Sozzetti, ricercatore Inaf dell’Osservatorio astronomico di Torino, che oltre a sottolineare il fatto che la missione Kpler riservi “eccitanti sorprese” da almeno due anni, evidenzia come “Kepler-452b non si trova solamente alla distanza giusta, ma è stato finalmente individuato attorno a una stella davvero vicina come caratteristiche al nostro Sole“. Il commento di Joseph Twicken del Seti Institute è invece più cauto:”Da anni studiamo e ricerchiamo altri candidati e alla fine son convinto che troveremo mondi simili al nostro. Kepler 452 b è un ottimo candidato, ma rispetto alla nostra Terra, la sua età è molto più avanzata“. Di ordine più generale le parole della docente di astrofisica italiana alla Royal Society di Londra Giovanna Tinetti, che ribadisce come “la nostra Via Lattea è affollata di cento miliardi di pianeti! L’aspetto più rivoluzionario di questo giovane settore è la scoperta che il Sistema Solare non sembra essere il paradigma della nostra Galassia, ma piuttosto una delle tante possibili configurazioni che stiamo vedendo là fuori“.