Di necessità, virtù. Allo zoo di Gaza mancano i soldi per acquistare le zebre, ma per fare contenti i bambini i proprietari si ingegnano come possono: prendono due asini e li trasformano nei loro cugini della savana. Dietro l’operazione, una provocazione bella e buona:. l’idea è venuta al figlio del titolare Imad Quasem, che si è giustificato dicendo di voler soltanto far contenti i bambini. La realtà è che l’operazione “Piombo fuso” ha decimato gli animali del “bioparco” e riportarli dentro i confini di Gaza ha costi insostenibili. Così il proprietario ha preso due asini, li ha depilati e dipinti a strisce bianche e nere.
L’embargo, infatti, impedisce a Nidal Barghouthi, figlio del proprietario del ‘Marah Land zoo’, di importare nella Striscia nuovi animali. Per far passare attraverso i tunnel una sola zebra gli avevano chiesto 40.000 dollari. Barghouthi, per tutta risposta, ha brandito rasoio e pennello. «Volevamo solo portare allegria e gioia ai bambini che sono venuti a visitare lo zoo durante la festa dell’Eid al-Fitr» che segna la fine del Ramadan, ha spiegato il ragazzo.
Non è mancata la solidarietà degli zoo vicini. Dopo aver appreso che i bambini palestinesi sono costretti ad ammirare solo “zebre contraffatte”, il parco zoologico Safari di Ramat Gan (Tel Aviv) ha detto di voler inviare al più presto al piccolo zoo di Gaza due zebre “autentiche”. Ma l’operazione potrebbe non essere semplice perché dovrà essere approvata adesso non solo dalle autorità veterinarie, ma anche dal ministero della difesa, dall’esercito israeliano nonché dai responsabili di Gaza: ossia dai dirigenti di Hamas.