Mancano all’appello 300 milioni di euro, altrimenti la metà degli atenei rischia il collasso. L’allarme è stato lanciato dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che ha affermato che i tagli ai fondi per le università rischiano di mandare a fondo la metà degli atenei. Il titolare del Miur garantisce che sta seguendo da vicino la discussione in commissione Bilancio, ma i numeri non mentono: “Servono 300 milioni di euro. Rispetto ai 400 milioni necessari per il funzionamento e la tenuta complessiva del sistema universitario italiano, la disponibilità dimostrata ad oggi è di soli 100 milioni” e aggiunge: “I 100 milioni sono assolutamente insufficienti e finiranno con il mandare in default più della metà degli atenei, che non potranno così fare fronte alle spese per il funzionamento”.
“Si sapeva da ben due anni – dice a Ilsussidiario.net Giliberto Capano, docente di Scienza politica nell’Università di Bologna – da quando al governo c’era ancora Tremonti. Ed è curioso che venga fuori ora. Significa che il ministro dell’Istruzione non ha fatto bene il suo lavoro negli ultimi due anni”. “Il sistema universitario – dice ancora Capano – è in una fase progressiva di tagli che hanno raschiato il fondo del barile. Se il ministro Profumo spera di acquisire crediti politici con questo annuncio, sbaglia perché non ha fatto il suo mestiere per tempo. Per gli addetti ai lavori era un fatto noto: tutti erano preoccupati ed ora, come tutti gli anni ormai, a ridosso della fine dell’anno arrivano le frasi ad effetto di ministri e politici”. Se i fondi verranno a mancare, la soluzione sembra essere solo una: “ Mal che vada non pagheranno gli stipendi – continua Capano – visto che è questo che vogliono fare. L’università è brutta, sporca e cattiva e tutti fingono che non esista alcun problema”.
“Ho la massima disistima per i politici che ci stanno trattando in questo modo – prosegue Capano – non possiamo sperare nella loro elemosina. E’ imbarazzante che ci troviamo costretti a mendicare ogni anno, non per i rettori e professori ma per il Paese”. Capano rincara la dose. “Profumo è uno dei ministri meno efficaci della storia della Repubblica italiana perché sembra che non conti niente nel Governo ed è costretto a fare un annuncio pubblico sperando che il parlamento corregga il tiro. Mi permetto di osservare che il ddl stabilità è fatto su proposta del Governo ed è arrivato in Parlamento senza sufficienti risorse per coprirlo”.
Sulla proposta di accorpare le facoltà o le sedi universitarie, Capano è molto più che contrario: “Parte dal presupposto che le sedi sono troppe e non è vero: il problema è che il sistema è mal governato e c’è dispersione di fondi. Il punto è molto semplice: il nostro sistema universitario è il meno finanziato nel mondo occidentale, e se anche accorpassimo gli atenei o le facoltà, non possiamo comunque licenziare il personale. Non sono riusciti a tagliare le province, perché dovremmo accorpare le università? Se tagliassero le sedi, dovrebbero investire, a rigor di logica, nel diritto allo studio per finanziare quegli studenti che non hanno la possibilità di studiare fuori sede”.