Lo chiamavano l’orco di Baku: e in effetti Garry Kasparov di avversari, giocando a scacchi, ne ha fagocitati parecchi. Ci stava riuscendo anche nel 1996, quando sconfisse nel primo incontro Deep Blue, il super computer della IBM, che nella seconda sfida ebbe la meglio del campione del mondo più talentuoso e carismatico di sempre. Da molti anni, quelle doti che lo hanno reso celebre dietro alla scacchiera, Kasparov le sfrutta diversamente: ama definirsi “attivista per la libertà di espressione”. E chi meglio di lui? Vive a New York ma ha passaporto croato: la Russia ha dovuto lasciarla per le sue posizioni anti-Putin. Quando torna sulla sfida contro Deep Blue, intervistato da La Repubblica, è chiaro che non lo fa volentieri:”Ormai è leggenda, il simbolo dell’ascesa artificiale. Ma Deep Blue non era intelligente. Era un mostro capace di processare 200 milioni di mosse al secondo con un intelletto paragonabile a quello di un orologio. I grandi padri della matematica come Alan Turing pensavano che il battere il più grande scacchista sarebbe stato il segno della vera nascita della AI. Sbagliavano: Deep Blue non imitava la mente umana. Era solo potenza e algoritmi”. Kasparov contestò a lungo quella vittoria. Ma alla fine i cervelloni la IBM barò o no? “Dal punto di vista scientifico no, ma ha fatto in modo di cambiare le condizioni dell’incontro. Ero più forte di Deep Blue”.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Anche Kasparov, però, ammette che l’intelligenza artificiale ha fatto dei balzi da gigante negli ultimi anni:”Come finirebbe oggi? Le IA vincerebbero in un attimo. Con le macchine è sempre così, c’è una fase in cui sono al nostro livello. Con gli scacchi è stato tra il 1995 e il 2005. Poi ci superano. Adesso non c’è partita. E non parlo di super computer, basterebbe molto meno. Ma questo non significa che la loro intelligenza è paragonabile a quella umana”. Su questo aspetto l’orco di Baku tiene il punto, è pronto a controbattere anche le parole dell’astrofisico Stephen Hawking, secondo cui le IA potrebbero distruggere il mondo:”La paura si vende sempre molto bene. Pensi alla politica…Con buona pace di Hawking, non c’è alcuna evidenza che gli algoritmi possano fare cose del genere. La colpa è anche vostra (dei giornalisti, ndr) che date spazio a questi allarmismi”. E non serve citare le opinioni di Elon Musk o Bill Gates a convincerlo della bontà della tesi professata da Hawking:”Le IA sono formidabili all’interno di un determinato campo. Quel campo però bisogna fornirglielo e a farlo è un umano. Mentre loro, le macchine, non sono capaci di esportare quell’abilità in altri settori. Il resto è fantascienza: scelga lei tra Matrix e Blade Runner”.
L’ATTACCO A PUTIN
Nell’intervista concessa a La Repubblica, Garry Kasparov non ha risparmiato critiche a Vladimir Putin. L’occasione gli è stata data proprio sul discorso relativo al potenziale pericolo determinato dall’Intelligenza Artificiale:”Il problema non è ciò che dice Musk, ma l’uso che fanno della tecnologia dittatori come Kim Jong-un e Vladimir Putin”, spiega lo scacchista. A precisa domanda, su chi voterà alle prossime elezioni russe, Kasparov non usa mezzi termini per descrivere la situazione dal suo punto di vista:”Sono per l’astensione. Quelle elezioni saranno una farsa. Nelle partite di scacchi la base sono regole certe e il risultato imprevedibile. La politica russa è esattamente l’opposto. E semina caos come dimostrano le ingerenze nelle elezioni negli Usa e in quelle tedesche”. A distanza di anni è rimasto lo stesso Kasparov: l’orco di Baku senza paura.