Correva l’anno 1916, Dario Resta, uno dei cosiddetti “charlatans”, a bordo del mitico “catino”, la Peugeot L45, vinceva la 500 Miglia di Indianapolis sfrecciando a una media di 135 chilometri orari. Era uno dei “Charlatans”, i piloti che tra 1913 e il 1919. Cent’anni dopo, il Leone rende omaggio a quei piloti presentando un’interpretazione futuristica della “ Indy”: la racing concept L500 R HYbrid.
Con le carreggiate allargate, l’altezza da terra di appena 1 metro e il peso di 1000 chili, Peugeot L500 R HYbrid è “tagliata” per le prestazioni: scatta da 0 a 100 km/h i n 2,5 secondi e copre i 1000 m con partenza da fermo in 19 secondi. La sua catena di trazione ibrida benzina plug-in da 500 CV, sviluppata dalle équipe Peugeot Sport e derivata da quella di 308 R HYbrid, associa due motori elettrici anteriori e posteriori al motore benzina da 270 CV, per una coppia massima di 730 Nm. PEUGEOT L500 R HYbrid ha linee stilistiche che nascono dal Leone all’interno della calandra e si estendono verso il pilota per terminare in un posteriore affusolato che mette in mostra i tre artigli distintivi dei gruppi ottici posteriori.
L’abitacolo di tipo chiuso è stato pensato come una singola cellula fluttuante inserita nella carrozzeria. All’interno, le équipe dello stile hanno sviluppato un concetto futuristico intorno al PEUGEOT i-Cockpit presentato in versione ultrasportiva, con un volante ridotto integrato nella struttura e con le informazioni visibili su due schermi olografici generati da altrettanti elementi circolari. Alla ricerca di un’aerodinamica più spinta, l’originale architettura biposto della L45 è stata trasformata in una monoposto per proporre al copilota virtuale un’esperienza di gara amplificata in tempo reale attraverso un casco di realtà aumentata.
La L45 (45 sta per 4,5 litri) subentrò alla L76 creata nel 1912 da una squadra di giovani piloti audaci, i “Charlatans”: fino al 1919 realizzarono una serie di vetture che avrebbe segnato una nuova era nella progettazione dei motori da corsa. La L76 fu la prima automobile al mondo ad associare un motore 4 cilindri, a 4 valvole per cilindro, a un doppio albero a camme in testa, facendone la prima auto da corsa moderna in grado di raggiungere i 190 Al volante delle prime PEUGEOT da corsa – le L76, L57, L3 e L45-, i “Charlatans” ottennero successi sui circuiti e nelle gare di tutto il mondo. I nomi dei piloti Georges Boillot, Jules Goux, del milanese Paolo Zuccarelli e dell’ingegnere Ernest Henry sono ancora sinonimo di innovazione e di audacia. Questa epopea americana coincise con l’inizio di una serie di vittorie eccezionali delle squadre Peugeot Sport negli Stati Uniti: Ari Vatanen nel 1988 e Robby Unser nel 1989 vinsero la mitica gara in salita di Pikes Peak con la 405 T16 e Sébastien Loeb polverizzò il record di questa corsa in soli 8’13’’878 sui 20 chilometri che portano fino alla vetta nel 2013 al volante della Peugeot 208 T16 Pikes Peak.
«Con Peugeot L500 R HYbrid, abbiamovolutorendereomaggioaquestabella avventura Peugeot di inizio secolo – spiega Matthias Hossann, responsabile Concept car e progetti avanzati Peugeot – Mossi da uno spirito di prestazioni e di innovazione, abbiamo voluto proporre una visione scultorea, elegante e tecnologica del futuro delle corse automobilistiche secondo Peugeot».