La passione per lo sport può far brutti scherzi. Non ditelo a Earle Barranco, ricercato in tutta l’America per omicidio, che non ha saputo resistere alla tentazione di andare alle partite di basket. Ovviamente lo hanno beccato e arrestato.
Il 23 ottobre scorso la Grande Mela è testimone dell’ennesimo atto di violenza consumato nelle sue strade. Esattamente nel quartiere di Chelsea, al ristorante Good Stuff. Qui, un uomo di colore, più tardi identificato da decine di testimoni come Earle Barranco, 24enne, abitante a Brooklyn ma originario delle Bahamas, uccide un altro uomo.
La vittima è Corey Scott, 28 anni. Immediatamente l’FBI si mette sulle sue tracce diramando un mandato di arresto valido per ogni stato della federazione americana. Le autorità giudiziarie americane lo vanno a cercare anche alle Bahamas, dove ancora vive il padre. Motivo della fredda esecuzione? Sembra che Earle avesse dei debiti di soldi verso Corey e che questi lo avesse convocato affinché saldasse le sue pendenze. Earle ha preferito risolverli così: sparando e uccidendo Corey. E dire che i due erano anche stati amici, come emerso dalle testimonianze.
Il basket, si sa, è lo sport nazionale d’America, specialmente per le persone di colore che lo amano molto di più del baseball, ad esempio. Anche Earle Barranco è un grande tifoso. Così tifoso che non fa passare neanche una settimana dal suo omicidio per farsi vedere bellamente in giro.
Peraltro, è così sicuro di sé (o così sciocco, come dicono altri) da indossare la stessa catena d’oro con un anello di diamanti che indossava il girono dell’omicidio e che è servita per identificarlo. Che fare dunque, il 29 ottobre, il nostro uomo? Va a vedersi una bella partita di basket, a Charlotte, nello stato della North Carolina. Nel palazzetto, Barranco finisce inevitabilmente per essere filmato dalle telecamere di sicurezza che si trovano in ogni posto analogo.
Ancor meglio: le sue immagini mentre cammina dietro a una coppia verso l’uscita a fine partita, finiscono sul Jumbotron, i grandi schermi a colori che si trovano nel palazzetto. Una persona che lo conosceva lo riconosce. Tornato a casa, il tipo vede i telegiornali e scopre che Barranco è ricercato per omicidio. Avverte la polizia. Le autorità guardano i filmati e lo riconoscono: si, è lui, l’assassino.
Ma la partita è finita da tempo e adesso si pone il problema di trovare dove sia nascosto Barranco. Qualcuno ha un’idea. Possibile che sia così stupido da tornare a vedere un’altra partita di basket? In fondo, se lo ha fatto una volta… La risposta è una: sì, Earle Barranco è davvero così stupido.
E’ sabato sera, e il campionato NBA di basket americano prosegue. Barranco non ha di meglio da fare o la passione per il gioco è tale, da andare a vedere un’altra partita. Sempre a Charlotte,ma questa votla alla Time Warner Cable Arena. Ancora una volta indossa la sua catena preferita, quella con l’anello d’argento, quella del giorno dell’omicidio.
Si può permettere anche dei bei posti, Earle. Infatti, quando si siede, immaginiamo con una confezione di popcorn e una Coca Cola nelle mani nella tribuna VIP dell’arena, si trova circondato da spettatori dal look inconfondibile: agenti dell’FBI.
Scattano le manette. Game over per Earle Barranco. L’assassino chiede un avvocato e non rilascia dichiarazioni. Intanto le autoità di New York, la città dove è avvenuto il fattaccio, hanno già chiesto la sua estradizione. Ne potrà vedere, di partite di basket, in galera Earle, o magari preferirà non vederne più manco una…
Sono diversi i casi di fuorilegge poco intelligenti. Solo per rimanere in cronache recenti, ha fatto scalpore il caso di Matthew McNelly e Joey Miller, da alcuni denominati “i rapinatori più stupidi del mondo“. La coppia ha cercato di svaligiare un appartamento nello Iowa truccandosi i volti con pennarelli indelebili. A parte che un pennarello offre poche possibilità di camuffarsi, il problema è che, una volta scoperti e datisi alla fuga, ovviamente non sono riusciti a disfarsi del loro trucco proprio perché.. indelebile.
L’arresto è scattato nel giro di poche ore. Nel febbraio del 2009, ad Adelaide, in Australia, un uomo che stava rubando un’auto è stato arrestato perché era riuscito a rimanere chiuso nella stessa vettura che stava scassinando. La polizia è stata chiamata da una casa, che ha avvertito che due ladri stavano cercando di rubare un auto. Al loro arrivo hanno trovato un ladro di 53 anni all’interno del veicolo e un secondo ladro che si stava nascondendo nei paraggi. In Cina, una giovane a cui era stata rubata la borsetta contenente anche il cellulare, ha mandato circa 80 sms al suo numero di telefono, immaginando che fosse in mano al furfante.
Chiedeva a chiunque lo avesse ritrovato di poterlo incontrare. L’uomo responsabile del furto ha accettato: quando si è recato alla stazione di di Shenyang nella provincia del Liaoning ha ovviamente trovato ad aspettarlo non la ragazza ma la polizia che l’ha prontamente arrestato. Semore in Cina, quattro ladri dopo aver svaligiato un appartamento, hanno litigato fra di loro prendendosela in special modo con uno di essi.
Al poveraccio non hanno dato manco un soldo della refurtiva, tanto che il tipo si è sentito in dovere di chiamare la polizia accusando i compagni di furto a suo carico. La polizia li ha arrestati tutti e quattro.