Non si è mai parlato tanto di matematica come in questi ultimi anni, soprattutto per mettere in evidenza l’impreparazione degli studenti italiani. Ma c’è chi non si rassegna al puro lamento e non si accontenta neppure del responso dei vari organismi di valutazioni, ma decide di passare all’azione: dapprima con un lungo lavoro di confronto e di giudizio comune sulla propria pratica educativa; poi passando alla realizzazione di strumenti di supporto all’insegnamento, come i libri di testo. Abbiamo incontrato un quartetto di docenti di matematica dell’area milanese che hanno compiuto questo percorso (la loro ultima fatica è Matematica Controluce, Etas, per il biennio della Secondaria di II grado) e ce lo hanno raccontato.
Francesco Prestipino. Nella nostra pratica di studio e di insegnamento della matematica abbiamo maturato e condiviso alcune idee che ci hanno resi protagonisti di questa disciplina: non una matematica fatta di formule per risolvere problemi che già altri hanno risolto, ma una scoperta e un approfondimento di domande sempre nuove. Complici forse involontari di questa passione sono i nostri alunni, con la loro fatica di imparare, le loro intuizioni e le loro aperture su questioni intriganti.
Avete accennato a un modo di intendere la matematica: di cosa si tratta?
Mara Andreini. La passione per una disciplina nasce per una domanda circa l’oggetto che la disciplina studia e per la possibilità di comprensione che essa offre. La matematica è un modo di vederenelle cose legami significativi, un’abitudine a osservare e a rappresentare. Questa consapevolezza ci ha spinti a offrire, in apertura di ogni capitolo, immagini evocative: sono un primo invito a porsi domande.
Quindi un testo non prescrittivo…
Raffaella Manara. Uno degli aspetti più belli e interessanti della matematica è che essa poggia su un insieme ristretto di concetti elementari e da questi sviluppa un insieme di concetti derivati, di applicazioni e di procedimenti. Nel testo abbiamo curato proprio questo crescere dei concetti e il loro arricchirsi di significato: non un insieme di regole da applicare ma la scoperta che le risposte ai problemi sviluppano la capacità di ragionare secondo poche e semplici leggi. Così un capitolo di Logica chiude il primo volume di Algebra, costituendo una riflessione e una sintesi di come ragioniamo: la matematica è un modo di pensare.
Gli studenti spesso rilevano che la matematica è difficile e mostrano una certa insofferenza per il suo linguaggio
Ileana Saporiti. Sicuramente la precisione e il formalismo del linguaggio è un aspetto molto apprezzabile ma altrettanto scostante. Nel nostro testo l’introduzione dei simboli e delle parole tecniche è prudente e motivata: ne è un esempio significativo il capitolo di introduzione al calcolo letterale.
In quello che dite si intuisce che considerate ancora oggi possibile insegnare la matematica e impararla: è così?
Francesco Prestipino. – In matematica per comprendere occorre mettersi in azione: si parte da una domanda o da un problema e si cerca una possibile risposta, si verifica e si fissa il risultato e si apre una nuova domanda. In classe constatiamo che proponendo questo lavoro i ragazzi si mettono in moto: come dice Freudenthal, la matematica è un’attività, ed è questo che può ancora attirare, molto più che proporre di acquisire un insieme di “istruzioni per l’uso”. In questo senso, per ogni argomento offriamo la proposta di attività in laboratorio con i software didattici, o in classe con altri materiali, sia in Algebra che in Geometria. Anche gli esercizi non sono ripetitivi, ma di difficoltà graduale, dai più semplici fino all’eccellenza.
Perché avete intitolato il testo: Matematica Controluce?
Ileana Saporiti. Perché la matematica è come una bellezza in controluce, che non emerge subito, come le cime dei monti nell’oscurità della notte che a poco a poco si stagliano nitide nel cielo per il sole che nasce dietro di esse. Per essere compresa essa esige la pazienza dello studio, dell’aderire a un cammino che porta l’occhio e il pensiero a vedere di più, oltre l’apparenza. La meta è decifrare legami e relazioni che fanno della realtà non un oscuro labirinto ma una traccia comprensibile che incuriosisce e appassiona, fino all’infinito. Attraverso la matematica si può educare una razionalità che non è separata dal gusto e dall’emozione, una razionalità che cresce approfondendo la domanda di conoscenza, oltre alle capacità operative. Anche la storia della matematica testimonia questo, come abbiamo cercato di sottolineare in paragrafi ad essa dedicati.