Non si placano le polemiche dopo la sentenza della Cassazione sul pagamento dell’Ici di due scuole paritarie cattoliche di Livorno. “Serve maggiore chiarezza normativa”, commenta Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori), “ma occorre una riflessione pacata e non ideologica, perché in gioco c’è la scuola tutta che in Italia è un sistema integrato di istruzione di cui fanno parte allo stesso modo scuole statali e scuole non statali paritarie, entrambe pubbliche nello stesso identico modo. In gioco c’è la scuola di tutti e la libertà di scelta educativa delle famiglie, costituzionalmente riconosciuta”. Le paritarie “non sono solo istituti cattolici e non sono le scuole dei preti o delle suore: sono paritarie, ad esempio, scuole comunali o provinciali, numerosi asili comunali – sottolinea Azzolini – Nella galassia delle paritarie il 35,2% delle scuole d’infanzia, il 26,4% delle primarie, il 15,9% delle medie e ben il 61,6% delle superiori non sono scuole né cattoliche né di ispirazione cristiana”. L’Associazione italiana genitori fa inoltre sapere che negli ultimi anni il Miur ha registrato un aumento delle richieste di paritarie comunali che chiedono di passare allo Stato “proprio perché gravate dalle spese e dal fisco, diventando così un nuovo costo per le finanze dello Stato”. Al contrario, le paritarie rette da congregazioni religiosi o diocesi o l’associazionismo no profit “non possono passare allo Stato: semplicemente sono costrette a chiudere e continuano inesorabilmente a farlo. Scuole che chiudono spesso in territori dove sono le sole istituzioni scolastiche”. Quindi Azzolini conclude: “Le paritarie non sottraggono risorse alle scuole statali, ma potenziano l’offerta e la libertà di scelta all’interno del sistema scolastico e ne riducono i costi. E’ una questione di democrazia e di libertà”.