I dottori gli avevano detto che gli restavano tre mesi di vita, consigliandogli di preparare una lista con le sue ultime cose da fare. Proprio come nel film «Non è mai troppo tardi» con Jack Nicholson e Morgan Freeman. Ma dieci settimane più tardi ha scoperto che era ben lontano dal morire. Quando il comico Dave Ismay si è sentito comunicare che i superalcolici gli avevano provocato una cirrosi al fegato e che aveva solo 90 giorni da vivere, è rimasto sconcertato, anche perché non era mai stato un bevitore particolarmente accanito. Messo di fronte alla diagnosi devastante l’ex attore televisivo, che si è esibito per 20 anni con il suo migliore amico, il famoso comico inglese Bob Monkhouse, ha deciso che gli rimaneva ancora molto da fare. E come racconta il quotidiano inglese Daily Mail, ha immediatamente preparato la sua lista con le ultime cose da fare prima di morire, scoprendo però due mesi più tardi che i medici avevano completamente sbagliato la diagnosi.
«SHOCK SCONVOLGENTE» – Dave non aveva la cirrosi epatica provocata dall’alcol, ma in realtà soffriva per una condizione ereditaria curabile chiamata emocromatosi, che consiste in un eccesso di ferro nel sangue. Dave, 64 anni, di Ashby-de-la-Zouch nel Leichestershire, ha dichiarato: «Sentirsi dire che ti sono rimasti solo tre mesi di vita focalizza completamente la tua mente su quella “scadenza” e ti fa affrontare ogni cosa con un’unica prospettiva. Tutte le cose che pensavi di fare improvvisamente smettono di sembrarti importanti. Quando sono uscito dalla visita con i dottori la prima cosa che ho fatto è stata sedermi e scrivere una lista delle ultime cose che intendevo compiere – la lista delle cose che volevo realizzare finché ero ancora in vita».
NON E’ MAI TROPPO TARDI – L’idea di una lista del genere è stata resa popolare dal film «Non è mai troppo tardi» con Freeman e Nicholson, che in inglese si intitola «The Bucket List», cioè la lista del secchiello. In inglese infatti «dare un calcio al secchiello» è un sinonimo di morire. In «Non è mai troppo tardi» due amici decidono di realizzare le loro ambizioni di una vita prima di morire. La lista di Ismay includeva semplici aspirazioni come portare il suo nipotino di tre anni al Villa Park, lo stadio di Birmingham, o giocare a golf al «K Club», in Irlanda. Ma elencava anche propositi più bizzarri come recitare in una pantomima e possedere una Mercedes nuova di zecca. Pur non sapendo se sarebbe stato ancora vivo per la prima, Dave si è presentato ai provini come dama per una pantomima in una produzione locale e ha sperperato 26mila sterline per un macchinone nuovo di zecca.
MEGLIO ANDARSENE… IN MERCEDES – Ismay ha spiegato: «So che è una cifra molto alta, ma ho pensato che se devo andarmene preferisco farlo in modo confortevole». Dave ha anche ultimato il suo libro su una vita trascorsa in tv con uno dei più amati comici britannici, intitolato «Bob Monkhouse inedito». E come ultima aspirazione della lista, Dave ha scandito nientemeno che la parola «immortalità». Ex annunciatore delle partite di calcio allo stadio Villa Park, Dave ha ricevuto la terribile diagnosi dopo avere pagato 150 sterline in una clinica privata per una ecografia corporea e un test completo della salute.
COLPA DELL’ALCOL? – Gli esami avevano in un primo momento rivelato che stava soffrendo per un aneurisma che non lo metteva in pericolo di vita, ma successive analisi hanno rivelato le anomalie nelle funzioni del suo sangue e dei suoi organi. E’ stato allora che gli hanno detto che aveva il fegato completamente andato a causa di una vita passata a bere smodatamente e che gli restava solo qualche mese da vivere. Dave, che è diventato famoso per la prima volta con Monkhouse grazie a «The Golden Shot», show televisivo degli anni ’70, ha dichiarato: «Ero sconcertato perché non avevo mai bevuto le quantità di superalcolici necessarie per provocare quei danni al mio fegato. A 40 anni ero riuscito a liberarmi dell’abitudine di fumare 60 sigarette al giorno dopo essere stato ipnotizzato in Florida e mi sentivo complessivamente in buona salute».
L’ERRORE DEI MEDICI – Ovviamente, dopo avere speso i suoi risparmi, avere finito di scrivere il suo libro e avere accettato di apparire come Mamma Oca nella pantomima al Reddtich Palace Theatre, Dave ha ricevuto un altro shock. Dieci settimane dopo la diagnosi sconvolgente, i risultati della biopsia al fegato hanno rivelato che stava soffrendo di emocromatosi ereditaria – una patologia curabile legata a una presenza di ferro in eccesso nel sangue. Una condizione che può portare a danni permanenti al fegato e ad altri problemi di salute, ma se presi abbastanza per tempo i suoi danni sono reversibili. La cura della malattia di Dave include il drenaggio del suo sangue corporeo fino a che la sua situazione non si stabilizzerà.
DAL FUNERALE AL… PARTY – Ismay, che vive con la moglie 65enne Dobie, di professione truccatrice, ha dichiarato: «Quando mi è stato raccontato questo dallo specialista che mi stava visitando a Solihull, mi ha detto che potevo festeggiare. E io gli ho risposto che siccome non sarebbe stato invitato al mio funerale, sarebbe potuto venire al mio party. Da allora ho completamente cambiato specialista e vado ogni settimana a Burton, dove le infermiere dell’ospedale mi prelevano ogni volta un litro di sangue. In questo modo mi sono stati estratti circa 50 litri di sangue e i miei livelli di ferro sono crollati da 4mila a 2mila. I livelli normali sono pari a 100, ma sono sulla buona strada».
L’IMMORTALITA’? PERCHE’ NO – Tuttavia, anche se Dave ha scoperto di non avere più i giorni contati, questo non significa che rinuncerà alla sua lista e intende ancora completare quello che rimane, incluso il viaggio in Australia con la moglie Dobie. Il comico ha dichiarato: «Ora non bevo più un solo goccio d’alcol e non mangio le carni rosse – solo pollo e pesce, che stanno iniziando a nausearmi. Presto dovrei avere bisogno di fare i prelievi di sangue solo ogni sei mesi e non vedo l’ora di poter festeggiare con un bel bicchiere di vino bianco secco quando questo accadrà. Potrei avere scritto “immortalità” sulla lista pensando che non l’avrei mai ottenuta, ma in fondo non ero così lontano come immaginavo».
(Pietro Vernizzi)