Appena arriva alla Fonderia Napoleonica, si spengono le luci: blackout in tutto il quartiere. E quando gli chiedono se lui e i suoi assessori utilizzeranno il servizio, risponde «Se ci faranno un po’ di sconto…». La presenza del sindaco di Milano Beppe Sala s’è fatta notare, all’inaugurazione di DriveNow, il servizio di car sharing targato Bmw (in joint venture con Sixt SE). E, d’altra parte, il primo cittadino non sarebbe potuto mancare a celebrare la leadership europea della “capitale morale” d’Italia: «Stiamo entrando in un mondo più complesso, ma anche più piacevole, rispetto a quello di una volta – ha detto, assicurando di essere grato anche a tutti gli altri operatori del car sharing – E bisogna privilegiare forme diverse di mobilità. Immagino che fra dieci anni ci saranno meno macchine di oggi e la tendenza è già chiarissima: in questo momento Milano ha più abbonati ai servizi di car sharing di Londra, Parigi e Berlino. Simbolicamente, questo è un segno importante di quello che è il nostro sforzo di interpretazione dei tempi: i cittadini hanno voglia di sperimentare nuove abitudini».
Le nuove abitudini da sperimentare sono 100 Bmw Serie 1, 110 Serie 2 Active Tourer, 20 Serie 2 Cabrio, 120 Mini Cooper 5 porte, 80 Mini Cooper Clubman e 50 Mini Cooper Cabrio. Senza contare le 20 Bmw i3 elettriche che arriveranno prima della fine dell’anno. Va da sé che, rispetto alla concorrenza, qui si parla di un car sharing “premium”, dati i modelli a disposizione degli utenti. E anche il costo del servizio è leggermente più caro (ma promozioni, incentivi e programmi di fidelizzazione con generosi sconti e minuti gratuiti non mancano): si parte dai 31 centesimi al minuto per la Serie 1 e la Mini e si arriva ai 34 ct/min per la Serie 2 (in versione anche Cabrio), la i3 e la Mini Cabrio. È un po’ più caro degli altri, ma, prima ancora dell’inaugurazione del servizio erano già 25mila le preregistrazioni. Un record che Andrea Leverano, managing director di DriveNow Italia, non ha mancato di sottolineare: «Un vero e proprio record, se pensiamo che a Monaco le preregistrazioni sono state solo 2mila e a Vienna 7mila ». Che, aggiungiamo noi, nel mondo conta già 700mila iscritti e 4.700 veicoli. «Quella di Milano, peraltro – ha aggiunto – è la seconda area operativa più vasta in Europa, dopo quella di Berlino». Si tratta di 126 chilometri quadrati compresi tra il quartiere Gratosoglio a sud, la stazione di Milano Bruzzano a nord, il cimitero di Lambrate a est e il parco divertimenti Acquatica Park a ovest. Il servizio, in prospettiva, coprirà anche le periferie, e allo studio ci sono soluzioni di integrazione con il trasporto pubblico nell’hinterland, senza contare l’inclusione dell’area operativa degli aeroporti di Milano linate e Malpensa, in fase di definizione. «Milano è la prima città in Italia, l’undicesima in Europa, in cui diventa operativo DriveNow» gli ha fatto eco il presidente e ad di Bmw Italia, Sergio Solero.
Il boom di iscrizioni al sito drive-now.com, già prima della partenza dimostra che il mercato non è affatto saturo È complesso. È particolarmente competitivo e, proprio per questo, occorre differenziarsi: «Siamo convinti che i cittadini di Milano siano pronti per un servizio di alta qualità», ha confermato Leverano. E a Milano la voglia di car sharing di livello c’è, non foss’altro che per effettuare una serie di test drive sui modelli premium, in un paese che sta dimostrando di apprezzare sempre di più il marchio Bmw, che in Italia, ha sottolineato Solero, va sempre meglio: «Stiamo crescendo più del mercato: siamo al 23%, quando il mercato auto in Italia cresce del 17%».
Marina Marinetti