La riforma dei tecnici e dei professionali varata dal Governo? E’ soltanto un’operazione di facciata, a parere del responsabile Educazione del Pd, Giuseppe Fioroni, che accusa il Governo di interventi “gattopardeschi” perché «si fa finta di cambiare tutto, ma nei fatti tutto resta come è». «Il Governo – dice Fioroni – ha perso un’altra buona occasione. La commissione De Toni, che ha lavorato a lungo su questa riforma, ha lasciato un patrimonio importante di idee che ruotavano intorno a una certezza: gli istituti tecnici e professionali devono rappresentare il volano per lo sviluppo del Paese. Ma possono esserlo – sottolinea l’ex ministro dell’Istruzione – soltanto se il loro riordino viene adeguatamente finanziato e se li si mette davvero in grado di fornire alle piccole e medie imprese i quadri tecnici necessari senza che queste siano costrette a cercarli nel centro Europa e nei paesi dell’Est. Noi avevamo calcolato che soltanto per riqualificare gli insegnanti di matematica, italiano e inglese delle scuole medie sarebbero serviti 300 mln di euro. Qui dove sono i soldi? Cosa cambia – si chiede Fioroni – se si tagliano cattedre e ore di lezione senza tener conto dei saperi e delle competenze? Servono risorse per creare più laboratori, per innovare la rete tecnologica, per aggiornare e riqualificare il personale docente. Se non lo si fa serve a poco razionalizzare settori e indirizzi. Come si fa a sfornare ‘tecnici’ preparati e competitivi sul mercato se si pensa che i docenti possano essere chiamati a insegnare qualunque cosa a prescindere da una preparazione adeguata, se ai ragazzi non si forniscono gli strumenti per imparare davvero un mestiere?».
Per finanziare gli istituti tecnici superiori (la ‘specializzazione’ dopo il percorso di scuola superiore) «non c’è un euro» insiste Fioroni sottolineando come questo segmento di istruzione potrebbe eliminare tante lauree triennali inutili creando migliaia di nuovi posti di lavoro. «Questa è una riforma – conclude l’esponente del Pd – che non si può fare con la mannaia e nell’ottica del risparmio. E invece ancora una volta il Governo va di corsa e spreca un’opportunità usando la scuola per fare cassa e per ridurre il debito pubblico».