Si torna a parlare di un caso ancora di eccellenza per la chirurgia italiana, una storia tragica che per fortuna si è conclusa bene con due fratellini che hanno bevuto la soda caustica danneggiandosi in maniera irreparabile l’esofago. Non molto tempo fa si era parlato sul Corriere Romagna anche della storia di Ishak un bambino che aveva vissuto una tragedia simile anche se per motivazioni diverse. Questi era stato attaccato da una patologia rara, nato praticamente senza esofago. La dottoressa Gina Ancora primaria della terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Rimini aveva parlato però addirittura di due/tre casi all’anno. La mancanza della comunicazione tra la bocca e lo stomaco era già stata vista dalle prime ecografia che avevano preceduto la nascita del bambini. Appena nato è stato operato con l’applicazione di un sondino per impedire che la saliva finisse nei polmoni, con un altro sondino per l’alimentazione. Questo per far crescere un po’ il bambino che è stato dimesso al quinto mese dopo l’intervento rivoluzionario eseguito dal dottor Vincenzo Domenichelli. (agg. di Matteo Fantozzi)
CITTÀ DELLA SALUTE DI TORINO CENTRO DI ECCELLENZA
I due fratellini che avevano ingerito soda caustica involontariamente ora stanno bene, un intervento all’avanguardia ha permesso di alzare lo stomaco per ridurre quei danni che avevano portato alla chiusura dell’esofago. Ieri l’ultimo controllo a qualche mese dall’operazione ha sancito il ritorno definitivo alla normalità dopo un anno di vero e proprio calvario per i bimbi e le loro famiglie. Tutto questo grazie a un vero e proprio centro di eccellenza che abbiamo nel nostro paese, la Città della salute di Torino. Il centro viene considerato all’avanguardia per diversi settori della medicina, di certo il lavoro dell’equipe del Professor Renato Romagnoli ha regalato l’ennesimo salto in avanti verso la conquista di un domani più sereno per molti malati. Un piccolo gioiello che sorge in Piemonte e che può essere un vero e proprio vanto per il nostro paese sempre avanti per quanto riguarda la medicina, con delle menti spesso sottovalutate ma in grado di fare la differenza non solo a livello nazionale ma richiesti anche all’estero per la loro bravura. (agg. di Matteo Fantozzi)
DUE FRATELLI SALVATI DALLA CITTÀ DELLA SALUTE DI TORINO
Due fratelli sono stati salvati dalla Città della Salute di Torino con un intervento prodigioso. Avevano ingerito soda caustica, bruciandosi l’esofago. Così è cominciato il calvario per una bambina di quasi 4 anni e il fratellino di 5. L’équipe del professor Renato Romagnoli, Chirurgia Generale 2 universitaria, ha rimosso a entrambi l’esofago malato rimpiazzandolo con lo stomaco, spostato all’altezza del collo. Una tecnica innovativa che non era mia stata tentata prima su pazienti così piccoli. I chirurghi sono intervenuti da punti diversi – torace, addome e collo – e hanno spostato lo stomaco, rimodellandolo a tubo fino al collo di entrambi i piccoli pazienti. Con una sutura tra il brevissimo moncone esofageo sotto la gola e l’apice dello stomaco portato al collo è stata ristabilita la continuità del tubo digerente. Sono passati un paio di mesi dall’intervento e i due bambini sono tornati a nutrirsi di cibo solido tramite la bocca e non si prevede alcun rischio sulla qualità della vita e la durata, considerata identica a chiunque della loro età. (agg. di Silvana Palazzo)
INTERVENTO RECORD: STOMACO AL POSTO DELL’ESOFAGO “BRUCIATO”
Il solito, maledetto errore che fanno in tanti: travasare veleni, sostanze tossiche in questo caso della soda caustica in una bottiglia normalmente usata per l’acqua da bere, senza scriverci niente, dimenticandosi o non pensando di avvertire. Non si può quando in casa si hanno due bambini piccoli, all’epoca dei fatti rispettivamente 4 e 5 anni. Si sa che toccano tutto, e così in un pomeriggio estivo i due piccoli pensano di bere dell’acqua fresca, invece è soda caustica, terribile sostanza corrosiva che brucia loro gran parte dell’esofago. Il dolore terribile, devastante e l’impossibilità di avere l’organo che permette di digerire acqua e cibo. Più grave dei due è la bambina il cui esofago nel giro di alcune settimane, nonostante i tentativi di operarla, si chiude completamente tre centimetri sotto la gola. Per nutrirla viene applicato un sondino che va direttamente nell’intestino. Anche per il fratello inizialmente una sonda alimentatrice, ma direttamente all’esofago perché il danno è minore, ma in breve tempo anche per lui accade la chiusura completa dell’esofago a causa di una cicatrizzazione anomala. Per lui la nutrizione viene fatta in vena. Un anno di questa sofferenza poi si tenta l’intervento chirurgico seguendo una strada innovativa.