Fatte la prima, la seconda e la terza prova, l’esame di maturità 2010 volge al termine. Anzi, no: c’è un’ultima, importante prova da superare. Al colloquio orale siete voi al centro della scena. Innanzitutto un piccolo suggerimento su come presentarvi a questo momento importante della vostra vita: niente occhiaie da studio notturno, ma vestiti adeguati all’occasione, atteggiamento deciso ma non spavaldo, aria di chi va incontro a una possibilità per sé, non di chi si difende da un pericolo. Indossate qualcosa che faccia capire il valore che attribuite all’esame orale. Niente scollature per le ragazze: per un giorno accontentatevi di una mise castigata, vedrete che vi gioverà. I ragazzi arrivino pettinati, possibilmente vestiti in modo decoroso e sobrio. Alla commissione fa piacere vedersi davanti un candidato cosciente di ciò che sta facendo, ma soprattutto voi vi sentirete più sicuri e tranquilli. È quello che ci vuole.
Per legge avete consegnato soltanto il titolo e la scaletta della vostra tesina il giorno del primo scritto, non altro. Perciò, a meno che abbiate avuto indicazioni precise in contrario dai vostri insegnanti, basta così: è inutile perdere il tempo a preparare varie copie di tesine stese e illustrate.
Molto meglio scrivere un testo che sia di guida a voi nell’esposizione orale della vostra tesina. Il tempo concesso per questa prima parte del colloquio orale è di dieci minuti, un quarto d’ora al massimo. Perciò bisogna imparare a essere efficaci, concisi e completi. Fate delle prove in famiglia o con qualche amico. Tenete conto anche che, nel corso degli anni, il valore attribuito alla tesina è diminuito: dopo l’interesse per la novità, ci si è resi conto che ben raramente essa è farina del vostro sacco e comunque è ben lontana dal documentare quanto abbiate appreso, inclusa la capacità di integrare i contenuti in una trattazione unitaria. Ciò non significa non prepararla bene, ma darle il peso che le spetta.
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Vengono poi le brevissime interrogazioni sulle materie che non sono state oggetto della terza prova. Potrebbero prendere lo spunto dalla vostra tesina, ma non necessariamente. Perciò ripassate il programma e soprattutto portate i libri. Nulla è più imbarazzante che trovarsi di fronte a un candidato che non ha l’occorrente per leggere un testo da commentare; anche se il solerte commissario ve lo procurerà, gli rimarrà di voi una impressione di svogliatezza. Rispondete alla domanda il più direttamente possibile, senza aggirarla. Se vi si chiede di leggere un breve passo, ad esempio di Dante, fatelo con calma e con chiarezza, in modo che si capisca che non lo leggete per la prima volta.
L’ultima parte del colloquio riguarda la correzione degli elaborati scritti. Fate attenzione alle correzioni, proponete la soluzione giusta dove avete sbagliato (avrete avuto tutto il tempo per documentarvi), evitate di polemizzare con i commissari. Ne sanno in genere più di voi e hanno il coltello dalla parte del manico.
A questo punto avete finito. Manca solo l’indicazione dei vostri prossimi studi o di altri progetti. Ora non resta che salutare, ringraziare (eh sì, occorre dirle queste cose, perché raramente succedono: l’esame orale è, per quanto breve e formale, l’incontro tra persone che si ascoltano a vicenda) …e godervi finalmente la meritata vacanza.