Se n’è andato a 89 anni Ermanno Rea, scrittore napoletano che oggi si definirebbe “impegnato”, visto che molte delle sue opere hanno avuto sfondo politico. Dal romanzo autobiografico “Mistero Napoletano” incentrato sull’uccisione della giornalista dell’Unità Francesca Spada che nel 1996 gli valse il Premio Viareggio, fino a “Il caso Piegari. Attualità di una vecchia sconfitta”, dove venne raccontata l’espulsione di Guido Piegari dal Partito Comunista guidato da Giorgio Amendola. Politica sì, ma anche Napoli, come riportato da Il Fatto Quotidiano, che diventa spesso il comune denominatore dei lavori di Ermanno Rea: c’è il capoluogo campano in “Napoli ferrovia”, che lo portò in finale all’ambito Premio Strega del 2008, e c’è per finire in “Nostalgia”, ultimo romanzo dello scrittore ambientato nel Rione Sanità che La Feltrinelli pubblicherà postumo nel prossimo mese di ottobre.
Ermanno Rea è morto a 89 anni dopo moltissimi passati, specie gli ultimi, a raccontar la crisi della sinistra italiana sicuramente ma anche Europea. Per l’importante giornalista e scrittore scomparso oggi a Roma, ma nato e vissuto a Napoli, il momento dopo la caduta del Muro ha evidenziato la cristi forse mai risolta della sinistra mondiale, con l’Italia ovviamente in testa per via della presenza per decenni del più grande Partito Comunista d’Europa. Addirittura all’attività di intellettuale aveva integrato nel 2004 l’impegno politico accettando di candidarsi nella Lista Altra Europa con Tsipras alle elezioni europee: prese 11mila voti ma non riuscì ad essere eletto e si ritirò così dalla breve parentesi politica. Resta un grande scrittore che ha tentato, oltre a tante inchieste su casi irrisolti italiani o sulla sua Napoli, di raccontare la sinistra italiana per come stava scomparendo, in pieno parallelo con la crisi mondiale del socialismo. Mistero Napoletano e Il caso Piegari, due dei suoi più famosi romanzi, hanno cercato di raccontare da vicino questa crisi legata alla mancanza di legame con la società reale, semplice, per Ermanno Rea base inossidabile per qualsiasi mossa politica.
È morto questa mattina Ermanno Rea, giornalista e scrittore di Napoli che nel corso del Novecento ha saputo raccontare con maestria le storie, i misteri e le inchieste d’Italia meno conosciute e irrisolte. Si è spento a Roma a 89 anni dopo una lunga e onorata carriera passata a raccontare storie vere di personaggi italiani spesso dimenticati troppo in fretta. Come giornalista ha lavorato con tante testate e la modalità di scrivere romanzi mantiene la stessa struttura di inchiesta: l’inchiesta è il suo metodo e mancherà di certo questo protagonista della cultura italiana novecentesca. Ermanno Rea è stato addirittura anche candidato alle Elezioni Europee del 2004 come candidato di Altra Europa con Tsipras, ma con 11mila preferenze non venne eletto. Tra gli scritti più famosi troviamo La dismissione, Mistero Napoletano e La solitudine di Federico Caffè in cui raccontava la scomparso dell’economista scomparso a mai più ritrovato negli anni Ottanta. Nel 2011 ha pubblicato La fabbrica dell’obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani, mentre il suo ultimo titolo è stato proprio quest’anno con Nostalgia, una sorta di romanzo autobiografico non ufficiale.